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Novecento - un monologo - Invito a teatro.

É insolito, inconsueto, scorrere le pagine di un libro e ritrovarsi in una atmosfera da cabaret.

E già, perché “Novecento”, di Alessandro Baricco, l'ho tenuto sul comodino della camera da letto (o se vogliamo inserirci meglio nell'atmosfera del libro: in cabina) per lungo tempo. Leggendolo e rileggendolo, nelle lunghe notti insonni di un inverno che tardava a finire, quasi cullato dalle onde, e dal suono di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento.

E così, pagina facendo, questa storia, come un “assolo” nella notte, mi entrava nella pelle.

Grande è stata la sorpresa - lo stupore - di vedere un frammento di questa animarsi, prendere vita dinnanzi ai miei occhi. È una performance di una amica, una persona che non avrei mai conosciuto se non attraverso lo scrivere e attraverso la “comunità” di “Rosso Venexiano”. Sì, perché postato su You tube compare la sua performance per il Teatro Barabao.

È sull'eco di una musica dixie, una band priva di strumenti, mimata da un gruppo di attrici, che prende corpo la sua voce.

 

- Ladies and Gentlemen, meine Damen und Herren, Signore e Signori... Mesdames e Messieurs, benvenuti su questa nave, su questa città galleggiante che assomiglia in tutto e per tutto al Titanic, calma state seduti, il signore laggiù si è toccato, l'ho visto benissimo... - e l'atmosfera del Cabaret si accende.

 

Sembra quasi di vedere fluire il fumo delle sigarette che si alza dai posacenere, a fianco dei paralumi con frange, nei primi anni del secolo scorso, in un'atmosfera ovattata, intrisa dell'intimità della sala, dove le coppie, in una pozza di luce discreta, sedute ai tavolini, osservano lo spettacolo.

Ma è la voce di Maria Teresa Morry che cattura e conduce. É il suo fluire brillante e frizzante a rimarcare le parole di questo monologo. C'è il gruppo di teatranti, attrici che si muovono a suon di musica, che dialogano tra loro come ad un party, che bevono drink inesistenti, che formano un ensemble orchestrale privo di strumenti. Vestali in nero, con uno sbuffo di rosso, che esprimono questa grande partitura teatrale.

Se si azzera per qualche istante l'audio, il movimento delle attrici e della protagonista è fluido. Sembra che lei parli con i soli gesti, il viso, le mani, l'espressione del suo corpo. Poi la voce ritorna, e il monologo scivola via elegante, sull'onda della voce di Maria Teresa che trasforma le parole in suono. E la bellezza di questa partitura che accompagna l'ascoltatore, e citando l'autore:

“ E infine, al piano... Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento.

Il più grande.”

 

- Video su Google : youtube maria teresa morry -

 

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