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Un decalogo di commentamenti

 
Ognuno ha un suo riferimento e, per quanto opinabile, una grammatica di sentimenti e conoscenze:
 
Primo) Evita di far riferimento a te stesso come misura di grandezza.
 
Secondo) Non erigerti a critico senza esserlo riconosciuto, ricorda che chi giudichi non ti chiede di essere valutato,  ma di esser letto; quindi, lascia la considerazione dentro di te, ma fagli sapere, se proprio non puoi farne a meno, che sei passato da casa sua: lascia che sia lui a giudicare, secondo la sua stima di te, se è un premio. Taci se non ti piace. Pensa che l’assenza è già un commento, fidati della sua intelligenza. Se non capisce, restare solo non può fargli male.
 
Terzo) Sappi apprezzare lo sforzo di scrivere, perché, con qualsiasi risultato questo si faccia, dovresti essere il primo a sapere che è davvero fatica, non tanto inanellare parole, quanto manifestarsi compiutamente attraverso la scrittura.
 
Quarto) Onora la conoscenza dell’altro, per piccola che sia, sempre allarga la tua.
 
Quinto) Non fare vittime con i consigli: per quanto efficaci, sono applicabili da te a te, non da tutti per tutto.
 
Sesto) Non darti aria da superiore, se anche fosse reale, sarebbe comunque viziata.
 
Settimo) Non suggerire cambiamenti se non sei  pronto a cambiare il tuo modo di leggere: ciò che indicheresti è un profilo diverso del palazzo in cui l’altro abita, preoccupati di conoscere il suo indirizzo, non il suo trasloco.
 
Ottavo) Non testimoniare attraverso riferimenti più grandi di te se prima non sei riuscito a metterli in pratica nelle tue opere quotidiane e non: a nessuno serve la citazione inascoltata e, per la vastità del mercato, se ne possono sempre trovare a buon prezzo contrapposte.
 
Nono) Non desiderare di riscrivere quanto leggi, e per giunta inserendolo nel commento, in tal modo dichiari di essere Maestro senza che ti sia stato riconosciuto il ruolo: dimostra di essere migliore non facendolo, anche se ti viene richiesto.
 
Dieci) Desidera che coloro che leggi somiglino ad altri che ritieni migliori, ma evita di indicare dove copiarti:  chiunque deve mantenere la libertà di scegliere il modello da indossare.
 
Virtù deilocali.
 
Abbi sempre cura di non segnalare refusi, od orrori, in pubblico: fallo privatamente, soprattutto se sei sicuro che quanto dici corrisponde al vero (figurati sempre di avere dei dubbi in proposito).
 
Se proprio non riesci a trattenerlo, dì quello che senti con gustosa ironia, innanzitutto su te stesso. Ricorda che l'offesa può nascondersi anche nel complimento, sii parsimonioso e attento: il commento non è la chat.
 
Non spiegare mai, all'Autore, quello che ritieni abbia detto: se l'azzecchi, non serve; al contrario, dimostri che leggi solo manifesti.
 
Miglioramenti aggiunti.
 
Astieniti, se nonostante la buona volontà, hai le tenerezze di un barbaro alla fine della festa.
 
Pensa sempre che non hai capito, non che l'altro si è espresso male, che se non capisci una poesia, il problema è tuo, non di chi l'ha scritta.
 
Dopo che ti sei espresso, accetta la risposta che ti viene data: non proseguire per aver l'ultima parola, tu lo sai già di avere ragione e l'altro sa già che non la darai a lui.
 
Non risentirti se non ti senti dire quello che volevi, ognuno ha una storia e una sensibilità diversa dalla tua, per cui è inevitabile la diversità.
 
 
pies: se vi va, aggiungetene altre che a me sfuggono (perché, innanzitutto, sono la prima bestia del villaggio e occorre che ammetta di avere spesso scavalcato il recinto)
 

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