Tanto lo sapevo

Non lo so... se sono veggente, psicologa, o solo fatalista, fatto sta che mi capita spesso di anticipare il futuro: per esempio so già chi sta per partire e cerca un motivo che gli dia coraggio e gli faccia fare il salto nel vuoto. Vedo che in pareo e binkerstock castagna, coi binocoli da teatro, scruta l'orizzonte in cerca di un passaggio sopra il mare bluette di un finto porto che so a memoria, coi finti geranei sui finti vasi, le finte palme e i finti pontili, i finti marinai che salutano con la mano le finte onde e non partono mai. Se non un transatlantico che passi a salvarlo almeno un canotto, un pedalò, perlomeno una tavola da surf.

Vedo che tentenna, carico di quesiti, fa e disfa il trolley come quando si parte. <Hai messo tutto?> Gli chiederei, sorridendo di un finto sorriso (di quelli con il raggio di luce brillante sul canino) e sarei un finto volto poggiato su una nuvola di finto savoir faire. Gli preparerei un panino, anche se il pane è di tre giorni, basta il pensiero, no? e un biberon di ottima vodka alla prugna: almeno caghi. E mi direi che tanto lo sapevo, e la colpa non è certo mia, ma che anche me ne frego a un certo punto, ho già un bel da fare, io, a farmela a nuoto.