C’è un libro che è singolare perché ti riporta a cavallo tra la Liguria e la Francia. Ti fa immergere nei profumi e nei colori che la terra ligure dona. C'è un albergo, l'Hotel Tropicana che ospita Sandra, una biologa marina dell'Università di Torino. C'è un'alga assassina che sfuggita, non si sa come, dalle vasche del Museo Oceanografico di Monaco, minaccia le coste liguri. All'Hotel Tropicana sono i clienti che si rifanno le camere, mentre un gruppo di turisti giapponesi bada a cucinare.
C'è la serata spagnola, i proprietari dell'Hotel sono avvocati e il cameriere, Adriano, è un po' filosofo e un po' pittore.
C'è anche una sedia a sdraio particolare, appartenuta alla storia e che Oscar, il galante cacciatore di feticci, sta cercando, oltre al parafuoco del caminetto della villa Garavan, dove abitò la scrittrice Katherine Mansfield.
E poi c'è il pesto fatto senza basilico. Mentre il basilico cresce libero e rigoglioso all'ombra dell'albergo, protetto dalle cure del cameriere Adriano, contro la dispettosa Rosanna che cerca sempre di strapparlo. E mentre i personaggi sono intenti a inseguire la loro storia, alle nostre narici sale intenso il profumo di basilico...
Nelle pagine di “La guerra del basilico” Nico Orengo ci ha donato attimi di impagabile, frizzante e odorosa, leggerezza.