Dell'amore della vita - Maurizio Triscornia (matris-mao)

 

Quando ci si accinge alla lettura di una silloge poetica bisognerebbe essere consapevoli che in quel momento ci si trova in un ''luogo'' speciale, una sorta di Eden immaginario e che si è scelto di essere protagonisti privilegiati di un'avventura nella dimensione di un universo sconosciuto, in cui sono racchiuse moltitudini di soli ed ombre, rotte percorse o immaginate nei cieli dell'anima che risuonano di assenze, lontananze, smarrimenti, avvinti come tralci di rovi e rosacee a tante voci, quante sono quelle che abitano le lunghezze di un cammino sulle vie dell'esistenza.

 

Così, ''entrare'' nella Poesia di Maurizio Triscornia si fa viaggio di scoperta e conoscenza e meraviglia,un patrimonio di ''umanità autentica'' a cui attingere e di cui arricchirsi.

Addentrarsi nel folto delle tonalità che la sua voce effonde, è lasciarsi catturare dalle infinite sfumature che si sprigionano da quel particolarissimo prisma che è l'interiorità dell'Autore, la cui estrema sensibilità  compone arpeggi di alta Poesia, attraversando sempre paesaggi di possenza e bellezza, sia nelle tinte cupe dell'umanissima sofferenza, che in quelle ardite e fiammeggianti della speranza che si sublima nella catarsi dell'Amore.

 

L'espressione dell'Autore è sempre  canto alto e sontuoso, nel contenuto e nello stile e si manifesta nell'eleganza e nella ricercatezza delle costruzioni lessicali e nella potenza delle atmosfere ricche di sospensione e suggestione, nella densità delle metafore e delle sinestesie, nell'uso spontaneo eppure sapientemente efficace dell'enjambment, che sortisce una particolare connotazione di unicità alla timbrica dei versi.

 

È voce intensa, di corde preziose, quella del Poeta, sempre:

 

quando è uomo che vaga nella notte dell'inquietudine

 

/Mesi e giorni in attesa

inutili ellissi da risolvere

perchè la mia luna non trova un piacimento?/

 

quando grida il dolore delle ferite inferte dalla vita

 

/Sono dentro una svolta

addomestico il mulo

a girare le macine distrutte.

Densa la polpa schiacciata

lasciando della vita solo scorza

ed ossa destinate alle corone

una sacra altana è il cielo/

 

quando il suo è malinconico canto di solitudine

 

/Perderei le ore nella notte senza un lume per trovare la speranza di un domani

Fuggi via da me, sofferta solitudine, malinconia che occludi i liberi spazi

e giaci nello spirito al ritmo silenzioso d'un inoperoso sentire/

 

quando si leva come denuncia di una società ingiusta

 

/seminati beccati dai corvi

alla gogna i sordi appelli,

“Ci siamo anche noi

in questo mare che inghiotte la vita”/

 

quando si affida alla forza purificatrice di 

un nuovo amore che è rinascita e fede nella vita 

 

/poi il calore d'un amore/e il cuore ha sobbalzato/

/annichilito dal lampo/irradiato dal lume della tua bellezza/

 

e ancora:

 

/sciolgo nel sangue calici d'amore/di rosso incanto che le tue vermiglie rose/

/smaniano lasciandomi accese tracce di te/

 

Di certo l'intera Sua opera è comunque attraversata dal fremito indomito della speranza,

che scorre incessantemente le stagioni del vivere

 

Torneranno domani,

/segneranno

quelle ciglia di farfalle tracciate sulla pelle,

la rotta fino al porto dei miei occhi/

 

Ma sintetizzare la poesia di Maurizio Triscornia è davvero impresa ardua: si potrebbe dire che la sua, è opera in fieri continuo, dove l'uomo si presenta sempre con l'anima nuda agli innumerevoli appuntamenti con la vita.

 

 

 

 

 

Ringraziamenti: