Scritto da © erremmeccì - Gio, 09/01/2014 - 16:28
Un libro mi ha tenuto compagnia, in questi giorni dominati dalla tosse, dalla febbre, dall'insopportabile ronzio dell'aerosol (ma chi l'ha inventato?): un libro consigliato, qualche tempo fa, dall'ottimo Augias, nella pagina culturale, da lui gestita sul "Venerdì di Repubblica".
Questo libro s'intitola "A sangue freddo"; il suo autore è Truman Capote, quello di "Colazione da Tiffany", noto a tutti per la trasposizione cinematografica con Audrey Hepburn protagonista.
Be', quel che si dice "un libro da leggere".
Ecco perché non ne parlo diffusamente: perché vorrei sentire le opinioni di chi l'ha già letto ma soprattutto spingere qualcuno- spero, spero- a leggerlo.
Una sola cosa, un indizio: è uno straordinario racconto, nato da un fatto di cronaca realmente accaduto in un paesino del Kansas, nel 1959.
E' una prova narrativa straordinaria.
E' un libro sulla pena di morte.
Perché "in cold blood", cioè appunto a sangue freddo uccisero gli assassini del romanzo- e dell'orrenda realtà che diede spunto al romanzo- ma a sangue freddo uccide anche lo Stato, quando si arroga il diritto della vendetta.