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Ritratto di figlio d'ignoto - Achille Campanile

<< Di Antonello da Messina tutti conoscono il famoso Ritratto d’Ignoto e, se non temessi di ripetere una freddura che circola evidentemente fin dai tempi di Antonello, direi che mai ignoto fu più noto di questo, il suo ritratto essendo riprodotto in tutti i manuali d’arte e in ogni libro dove si parli del pittore siciliano. Quando si vede quella fisionomia, vien fatto di dire: “ Ecco il celebre ignoto, ecc. ecc. “ L’autentico illustre ignoto, insomma.
Ma c’era da credere che egli fosse l’unico ignoto dell’arte Antonellesca.
Viceversa, sfogliate l’Enciclopedia.
Alla voce Antonello si trova la riproduzione del famoso quadro che occupa un’intiera pagina e reca la scritta: “ Antonello da Messina: Ritratto d’Ignoto “. Voltate il foglio e trovate un’altra riproduzione di quadro che occupa un’altra pagina e reca la scritta: “ Antonello da Messina: Ritratto d’Ignoto “. Ora la cosa strana è che questo non è il medesimo ignoto. E’ un altro ignoto. Si tratta di due ignoti differenti.
Lì per lì si resta perplessi: Come va, vi chiedete, questa faccenda? Forse Antonello faceva soltanto ritratti agli ignoti?
Ebbene, ho indagato e ho scoperto che questa supposizione non è avventata. Come alcuni pittori sono specializzati in ritratti di dame aristocratiche, di artisti, guerrieri, prelati, o celebrità, così Antonello s’era specializzato in ritratti d’ignoti.
La cosa, in verità, come molte faccende dell’arte, nacque per caso. Antonello fece il ritratto d’un tale conosciutissimo. Ma disgraziatamente risultò che non somigliava affatto. Esposto il quadro, tutti si domandavano:
“ Ma chi è? “
“ E’ il tale. “
“ Non è possibile. Non somiglia affatto. “
“ Ma allora, chi può essere? “
“ Vattelappesca.”
Il ritratto non somigliava a nessuno. Interrogato il pittore, questi si vergognò di confessare che non aveva azzeccato la somiglianza e disse:
“ E’ un ignoto. Non mi chiedete di più “.
Un ignoto. La cosa circolò, ebbe fortuna. Tutti dissero:
“ Ma guarda che bell’ignoto ha dipinto Antonello”.
Un successone. Da quel giorno Antonello capì qual era la sua vocazione e si dedicò a effigiare ignoti. Tutti gli ignoti andavano da lui a farsi fare il ritratto.
“ Scusate “ chiedeva il pittore, quando si presentava un tale alla sua porta, “ voi chi siete?“
E quegli: “ Non ve lo posso dire. Fatemi il ritratto “.
Antonello si metteva all’opera. Certe volte, tra una pennellata e l’altra, pensava: Chi sarà? L’altro, zitto.
Poi se ne andava tutto intabarrato, desiderando conservare l’incognito.
Esposto il ritratto, la gente diceva:
“ E’ somigliantissimo “.
Ma somigliantissimo a chi? Nessuno avrebbe potuto dirlo. In realtà, nessuno conosceva i modelli di quei ritratti, se no non sarebbero stati ignoti. Qualcuno, al massimo, arrivava a dire agli amici:
“ Somiglia a un tale ma non vi posso dire chi è. Si tratta d’un segreto. “
Gli altri pittori crepavano dalla rabbia.
“ Bella forza! “ dicevano. “ Anch’io saprei fare ritratti somigliantissimi d’ignoti.”
Effettivamente ne so fare anch’io. Era l’uovo di Colombo. Ma prima di Antonello nessuno ci aveva pensato.
Intanto Antonello aspettava i clienti.
Arrivava un tale.
“ Desidero mantenere l’incognito” gli diceva, invece di presentarsi. E si metteva in posa.
I guai cominciavano al momento di pagare il ritratto.
Me l’ha da pagare, pensava Antonello, una volta partito il cliente a lavoro ultimato, ma dove lo pesco? Non sapeva nemmeno l’indirizzo.
La moglie aveva un diavolo per capello.
“ Anche tu, “ gli diceva “ benedetto uomo: vai a specializzarti proprio in ritratti di ignoti. E poi ti lamenti se non puoi nemmeno spiccare una citazione.”
Una volta si presentarono un vecchio signore ignoto e un giovinotto suo figlio a chiedere d’essere effigiati. Eseguiti i ritratti. Antonello scrisse, sotto quello del vecchio: Ritratto d’Ignoto; e sotto l’altro: Ritratto di figlio d’Ignoto. Apriti cielo. Esposti i quadri, padre e figlio volevano linciare il pittore. La moglie del vecchio signore querelò Antonello per diffamazione.>>
 
(Achille Campanile, “Vite degli uomini illustri”)
 
 

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