Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 31/12/2016 - 07:42
<< L'autunno mi bruca dalla mano la sua foglia: siamo amici.
Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli apprendiamo a camminare:
lui ritorna nel guscio.
Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli apprendiamo a camminare:
lui ritorna nel guscio.
Nello specchio è domenica,
nel sogno si dorme,
la bocca fa profezia.
nel sogno si dorme,
la bocca fa profezia.
Il mio occhio scende al sesso dell'amata:
noi ci guardiamo,
noi ci diciamo cose oscure,
noi ci amiamo come papavero e memoria,
noi dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio sanguigno della luna.
noi ci guardiamo,
noi ci diciamo cose oscure,
noi ci amiamo come papavero e memoria,
noi dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio sanguigno della luna.
Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci guardano:
è tempo che si sappia!
E' tempo che la pietra accetti di fiorire,
che l'affanno abbia un cuore che batte.
E' tempo che sia tempo.
è tempo che si sappia!
E' tempo che la pietra accetti di fiorire,
che l'affanno abbia un cuore che batte.
E' tempo che sia tempo.
E' tempo.>>
(Paul Celan, "Corona")
(fonte web: http://www.gironi.it/poesia/celan.php, 11-09-2016, h 17:20)