I baci che io desidero. Una poesia di Paul Fleming

D'estate l'amore è più intenso e, con esso, la passione: ecco allora un “catalogo di baci” redatto dal poeta Paul Fleming.

Estate. Amore. Innamoramento. E baci, tanti baci. Il primo bacio non si dimentica più, ma anche gli altri sono importanti, belli, profondi, segni di un amore che nasce, cresce, si fortifica. I baci che si vorrebbero dare quando purtroppo l’amore è finito. La poesia sguazza nei baci: sembra che i poeti intingano la penna nelle labbra degli amanti!

Tra le tante poesie sui baci eccone una di Paul Fleming (1609-1640), dal titolo" I baci ch’io desidero".

Figlio di un pastore protestante, allevato e protetto da una ricca contessa sino alla laurea in medicina, il sassone Paul Fleming viaggiò sino alla morte precoce in Russia e in Persia. Da qui sembra provenire questo audace catalogo, dall’erotismo scherzoso sino all’impudicizia.

 

Non altrimenti, ma sulla bocca:
perché è di lì che passa al cuore.
Non troppo liberi, né troppo a forza,
né troppo timida sia la tua lingua.

Non troppo pochi, né troppo folti.
Soltanto due son da bambini.
Non troppo a schiocco, né troppo muti.
Il giusto mezzo è conveniente.

Non troppo accosto, né troppo lontano.
Uno è del cruccio, l’altro d’affanno.
Non troppo aridi, né troppo umidi-
Pensate a quelli di Venere e Adone.

Non troppo aspri, né troppo languidi.
Tutti a un tempo, non uno per volta.
Non troppo lenti, né troppo rapidi.
Se preferite, un po' qua, un po' là.

Un poco morso, un poco sospiro.
Le labbra immerse solo a metà.
A tempi alterni, se preferite.
Piuttosto che soli in mezzo agli altri.

Ognuno per sé baci la lei,
come sa, vuole, può, o deve:
io e la mia lei sappiamo bene
che razza di baci dobbiamo scambiarci.

 

 

 

(dal web)