(storia) Low cost - seconda parte | Prosa e racconti | gianbarly | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

(storia) Low cost - seconda parte

10.jpg
Cazzo. Guarda giù. La vedi, quella sotto è l’Inghilterra. E là, più avanti, c’è il mare. Cazzo cazzo, fra un po’ siamo in Irlanda.
E non dire sempre cazzo, cristo.
La Genni lo canzona un po’. Cristo non dire cazzo. Cazzo non dire cristo. Cristo non dire cazzo. Ma dai che non ci sente nessuno. Poi sono così contenta. Una notte a Dublino. Una intera, per me. Quando me l’hai detto non c’ho creduto.
 
Cristo, ora come ce porto la Genni in città. Dublin express fa diciotto a corsa, per uno. Il taxi è a cinquanta. Il bus poco di meno e qui mica possiamo fare come a Prato che se ti beccano senza biglietto sono cazzi.
 
Guarda, cazzo! Ma a cosa stai pensando. Ma non vedi che siamo a Dublino. Guarda, che è tutto scritto in inglese. E quante cose che ci sono. Meglio che ai Gigli. Ci sono quelli per affittare le macchine. Ci sono i negozi con i suvenir. Guarda che bello l’orsetto di pelusce con il boccale di birra, cazzo. Ci starebbe proprio bene sul nostro divano. Cazzo, io lo sapevo che Dublino è proprio bella.
Sei contenta Genni. Sì? Ora però aspettami un attimo qui, che c’ho da fare una cosa.
Oh, cazzo. Non mi lascerai mica qui da me, che so dire solo gudmonin e tenchiu.
Cristo no. E’ solo cinque minuti. Il tempo di fare una cosa.
 
Come cristo ce lo dico, che non possiamo andare in città. Che siamo arrivati fin qui ma che la sua Dublino non la potrà vedere. Cristo, ma come faccio io. E’ possibile che sempre dei casini. Non posso andare là e dirci, Genni sai, dormiamo qua in aeroporto e domani mattina presto ce ne torniamo a casa. E lei mi dice, e Dublino? E a me mi fa male al cuore come me lo dice. No, così non posso. Magari, sì magari una cosa posso farla. Le prendo l’orsetto nel negozio, quello con il boccale, che le è piaciuto tanto. Poi glielo dico. Ma almeno c’ha l’orsetto. Di Dublino.
 
Duty-free, prego entrare. Se avete tempo, se siete di fretta. C’è sempre tempo per un regalo. Qui c’è tutto quello che può far felice il vostro bimbo, o la vostra donna. Vi basta scegliere. Se il vostro uomo vi aspetta a casa, fategli sapere che è importante per voi. Se l’avete tradito proprio qui o pure se lo tradirete domani. Tutto passa con il regalo giusto, portato da lontano. Abbiamo il balsamo per ogni dolore, la pomata per qualsiasi ferita. Guardate gli scaffali che traboccano per voi. Entrate che siete i benvenuti.
[Ecco uno stronzo. Ah, come li riconosco al volo. Questo è italiano ci giurerei. Uno stronzo spiantato. Ma lo tengo d’occhio, non c’è posto per gli stronzi nel mio negozio]
Cristo, quanta roba che c’è qui dentro. Solo averci i soldi. Mi prenderei quei begli occhiali scuri con la montatura dorata fina fina. O un paio di bottiglie di whisky, che qui lo fanno proprio buono. No, ma prendo solo l’orsetto per la Genni. Eccolo qui. Quant’è che viene. Cristo, ventisette, non te lo regalano mica. Vabbè, che ce li ho ancora nella carta. Giusti giusti ma ci sono.
[Che fa lo stronzo, prende un peluche, c’avrei giurato. Li conosco i loro trucchi. Se lo rigira in mano poi fa la mossa di rimetterlo a posto e, zacchete, lo fa sparire. Ma io ti prendo, quando arrivi qui. Ti prendo con un piede già fuori, così ti frego ben bene, stronzo]
Coda alla cassa. Tanta gente, pacchi e pacchetti. Frenesia. Carte in mano. Carte fidelity, carte silver. Oh, lei signore, carta gold, prego non faccia la fila si accomodi qui, il bracciale lo mettiamo da solo o con la Mont Blanc? Lei con l’orsetto aspetti un momento, please.
[E ora lo stronzo dove va, alla cassa? E no, così mi rovina la giornata. Avevo qui il mio bello stronzo già impacchettato, e quella mi va alla cassa, merda]
Little bear, twenty seven pounds, prego. Sorry, sua carta non buona, please, look. No availability.
Scusi, cristo, scusi, mi spiace non avevo visto che era in sterline. Oh, cristo di un cristo, nemmeno l’orsetto per la Genni.
[Aspetta un po’. Ah ah, lo stronzo non c’ha la grana. Uhm, mi sa che oggi ci divertiamo, noi due]
Cristo, che sfiga di merda, sempre casini. Ma non c’avevano l’euro qui in Irlanda. E poi ti mettono il prezzo in sterline. No, no io l’orsetto alla Genni ce lo porto lo stesso.
[Occhio, che è il momento. Dai stronzo, finiscila di rigirartelo in mano. Buttalo sotto la maglia, che sono qua che ti aspetto]
No cristo, non m’è mai andato di fregare la roba nei negozi. Non è mica come la questione del bus. Quello è quasi un gioco mica fregare.
[Dai stronzo, non mi deludere un’altra volta. Lo sai che si vede quanto ci tieni a quel pelusce]
Genni, cristo cosa devo fare. Non ti posso mica venire lì e dirti andiamo via. No, l’orsetto te lo porto, cristo che te lo porto.
[Ecco fatto. Bravo il mio stronzo, ora vieni svelto svelto qua, che ti aspetto a braccia aperte]
Sicuro che la commessa non m’ha visto. Era girata e poi io quando mi ci metto sono svelto, cristo. E ora fuori, come se niente fosse.
[Forza, ancora due passi, solo due]
 
Ma che cazzo fai, tontolone mio.
Oh, cristo, Genni da dove spunti.
Cazzo, cosa mi combini. Dai, tira fuori l’orsetto che c’è la guardia che t’ha visto, scemo.
Ma, Genni.
Dai, mollalo lì e vieni con me, cazzo.
 
Poi succede che la Genni lo tira per la mano fuori dal negozio. Ride e quando passa davanti alla guardia in borghese gli fa la linguaccia e poi ride, ride, ride.
Ma, cazzo, che bisogno c’era che ti mettevi nei casini. Per me, poi. Ma chi se ne frega dell’orsetto. Ma credi che non lo so che non possiamo andare in città. Ma chi se frega della città. Tu m’hai dato la cosa più bella della mia vita, cazzo. Sicuro, della mia vita. Dai vieni che ora ce l’ho io un’idea.
Genni, cristo, dove mi porti, nei bagni. Ma, in due dentro, ma se ci pescano.
Sta un po’ zitto, cazzo, e prendimi. Prendimi ora, qui a Dublino, che scopare a Dublino manco avevo osato pensarlo. Cazzo, quanto mi piace, dio tu mi mandi diretta in paradiso.
 
Poi tutto gira intorno a loro che fanno all’amore in un cesso di Dublino. E sono una cosa sola e poi ridono e girano tutto l’aeroporto e dormono due ore nella sala d’attesa, prima d’imbarcarsi di nuovo per Pisa.
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 3 utenti e 3993 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • luccardin
  • Marina Oddone
  • Rinaldo Ambrosia