Tra grandi fratelli, troni e siliconi
Oggi che se non fai outing inventandoti tutto rigo per rigo
Che se non sei un tronista di successo e non hai corona
Oggi vivi così cercando il tuo posto in una società battona
Che se non hai corpo glabro e liscio come un bagnasciuga
Oggi che la scienza ha allungato la vita del tuo cammino
Sei una meteora filante in una notte che non vedrà mattino
- Blog di Franco Pucci
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Come sto
- Blog di karolingia
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Il pianetino e il pappagallino
incrociai le linee per leggervi il domani
parole nascoste dalla struttura aliena
soluzione non v’era nel difficile schema
cercai con ironia di volgere il momento
verso lidi conosciuti, approdi a me sicuri
poi vidi nei suoi occhi lampi torvi e scuri
vendeva la fortuna pescando il pianetino
notò il mio gesto, con un perfido sorriso
accompagnò il monito che arrivò deciso
il destino spesso ha percorsi assai strani
la tua sorte è già scritta nel mio pianetino
tu la saprai con due monete sul piattino
dentro di me pensai non sono mica matto
non mi fregava niente del falso pianetino
le allungai i soldi ma presi il pappagallino
- Blog di Franco Pucci
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Fatali feti ingrifati
ci volo sopra con Lufthansa
e se per caso provo ansia
mi sparo due compresse di naftalina
l'Uzbekhi e il Tagikhistan poi trasvolo
in volo qualche volta ho il mal di pansa
mi scarto allora due Luftwaffe al cioccolato
a bordo indosso sempre un caffettano
con arabeschi ricamato e fotogrammi fetish
innaffiati di farina raffinata
gli apoftegmi me li leggo multifasici
su di un futòn disteso con l'ostessa
sbavo tanto pei farciti ai fotoni
sono esangue di fatiche e audaci imprese
sommerso dai miei chili
guardo il Fato inesorabile
sui feti cospargo il chili e la paprika sulle Ande
soprattutto quando parlano swahili
con i Flakes nel caffelatte inzuppo il glande
buono anche con le Flags dei nostri Fathers
recito svariate avariate litanie
Vesperi Ave Gloria e molti Paters
con afflati e faticose sciatalgie
srotolo paradigmi fatiscenti
con effluvi farinacei di Al Fatah
confezionati e inflazionati
fetusi fatidici e ingrifati.
- Blog di Ezio Falcomer
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Zombie e Baby Boom
Turin Rive Gauche, 06-09-2009
“Facebook. Ezio ha fatto il quiz 'Quanto sopravviveresti ad un invasione di zombie?' e il risultato è: 80%. Sei il messia della sopravvivenza, l'unico zombie buono è lo zombie morto. Per sempre. Tu sai come fare. Tu sei la soluzione. Mentre gli altri sono intenti a... essere scomposti negli stomaci dei non morti, tu te la ridi e sorseggi sambuca con la mosca”.
Commento dell'utente del succitato network - Non bisogna stupirsi più di tanto. Il Picaro è più abile ad ammazzare uno zombie piuttosto che caricare la lavatrice, pulire alla perfezione un fornello o piantare un chiodo senza fare un danno nell’intonaco per un raggio di dieci centimetri. Un uomo d’azione, assolutamente un uomo d’azione. La normalità quotidiana e borghese è decisamente più indecifrabile e vischiosa di un branco di cadaveri che si muovono in maniera scomposta, ingenua e prevedibilissima. Non ci vuole niente a far saltare via teste in serie con scuri, motoseghe o fucili ad aria compressa. Certo il Picaro non ha lo charme e la forma atletica di Milla Jovovic in Resident Evil. Ma sterminare zombie è attività molto più routinaria e impiegatizia di quanto non sembri. Solo un po’ di accorgimenti e di attenzione e poi si lascia fare al protocollo ripetitivo appreso nel corso d’addestramento. Certo al Nostro è servito fare degli stage formativi nei campi del Fronte Popolare di Liberazione per la Palestina, negli anni Settanta, assieme al mitico Carlos. E poi, con grande senso di realismo e di adattamento storico, acquistare la seconda cittadinanza, quella Usa, partecipando alle operazioni notturne non convenzionali dietro le linee irachene, con gli US Seals, nella prima guerra del Golfo, prima che iniziassero le formali operazioni militari. Ma fondamentalmente al Che di Sicilia è servita l’esperienza di terzino e mediano nella carriera calcistica svoltasi fra oratorio e liceo. Non lasciar respirare il più bravo portatore di palla avversario, non lasciarlo andare via se non dopo aver trattenuto brandelli della sua maglietta, grumi di pelle e sangue o gli stessi slip. Tutto cominciò sulla strada, il mitico cortile del baby boom, palazzoni da trecento famiglie, terroni e veneti immigrati, piccoli e scalmanati, ore e ore di calcio, nascondino e visite dal dottore con l’infermiera (l’unica epoca storica in cui, per decreto legge, anche le infermiere si spogliavano assieme ai malati).
- Blog di Ezio Falcomer
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Amore a pezzi
gli sorrisi attraverso lo specchio
lei arrossendo di falso pudore
ammiccò strizzandomi l’occhio
e studiando la mossa pian piano
carezzavo tra le cosce la duna
poi scendemmo allo stesso piano
l’invitai ad entrare nella casa
mi accorsi così che era zoppa
che metà della testa era rasa
l’afferrai per stringerla un poco
nel baciarmi lei perse un dente
ma mostrò di stare al mio gioco
scivolai con la mano sul seno
il mio corpo mancò contrappeso
e svitato lo ritrovai in mano
inciampò nel suo ventre disfatto
dentro me pensai forse adesso
se io scendo mi diverto da matto
ma contando i pezzi d’intorno
non alzai neppure lo sguardo
e aspettai l’arrivo del giorno
quella notte passai lunghe ore
quell’amore mi diede la scossa
ma non presi mai più l’ascensore
- Blog di Franco Pucci
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Limerick (conventuale)
- Blog di Bruno Amore
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tralascio una lisca nello scoglio
per non deludere
le patelle
vietate.
quando gli scogli
rifiuteranno appoggio
forse l'onda
cercherà rifugio
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Vampire e Crime Games
- Blog di Ezio Falcomer
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Limerick (eroticus senilis)
- Blog di Bruno Amore
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