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blog di matris

Cerchi di vita

Pugni dischiusi lasciano il vento
passare nell’incavo
lo senti attraversare la stretta gola
ingrossando alla fretta di uscire
lo senti ma non lo vedi passare.
Ma non si arrangia mai la vita!
Come quel vento sibila per uscire
e quando un aquilone s'alza
il dolore scopre i nervi

Divorati dal gioco

Rivalutavi il gioco nelle rosee fantasie
pensavi fossero un buon approdo
acqua lenta che cerca al mare
il miscelato dolce e sapido del rischio.
 
Spettri, sobillavano la mente varcando
il muro dei desideri a cercare acuti
elisi da dubbi e insicurezze, vagavi lontano.

Il tempo scaduto

Quando dentro ti manca l'altro
l’anima sceglie di partire
la vita lascia solo inquietudine
e arriva il momento di piangere.
Il branco si scioglie al tempo
e cadono le certezze ancora vive.
Come lupi sulla cima di un monte,
soli, ululiamo ancora soffrendo alla luna. 

Freddo glaciale

Li sentono, li sentono gridare dall'alto
sfatti come bomboloni alla crema
al cielo le voci salivano a spruzzi
divelte le dolci mielose parole
stridevano unghie su nere lavagne
raggelando brividi infiniti sulla pelle
tirata come la bianca maglietta di Irene

Piacevoli incontri

Al caffè le ore si prendono per caso
nel perimetro degli aromi
gusti raffinati al traguardo arrivano primeggiando
nei pastosi ingredienti miscelati
abbocchi all'amore distratto dagli occhi
il sapore d'un fine settimana al gusto di panna

Millenni ad aspettare

Zone d’ombra bianchi fianchi polverosi
di Sfingi immobili millenarie fragili per vivere
mondo decadente dal Sahara arroventato
sudate stanze

Soli

Volerei via da te,
se l’incedere passa come mite primavera.
Passeggio solo, nelle strade d’ombra
ad osservare la sera, sola anche la luna,
sbircia misteriosa il tuo lato oscuro immerso in un buio immenso da illuminare.

Gemma di vita

Sia pure sentore il tuo dire sibilla,
anartriche visioni spazieranno
al porre le mani al centro del mondo,
ergeranno come poesie un giorno
di sillogi fluttuanti le mute vie.
Corpi celesti al pervadere del tempo,

Approdi sicuri

Il tempo passava,
terra,
animato amore,
perla immersa a sentire la vastità
che gli fu vita.
Torneranno domani,
segneranno
quelle ciglia di farfalle tracciate sulla pelle,
la rotta fino al porto dei miei occhi.
 

Luci i mattini

Gli stridii del mattino come parti di sonno
fragile al tremolio
la sveglia
di luci inalberate per le vie diligenti
ai canti di cuculi
sfuggono via, i delicati momenti
eclissi di soli perenni
sinergie fredde

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