blog di Giovanni Perri

ecco l’albero magro, il fusto piccolo. Poi si scendeva dal dirupo e il sentiero svaniva nella paglia, dietro il muro sbucciato della casa.

dal terrazzo le volte nuvolose, dall'ombra curva il tempo incline alla buon'ora: felice l'erba
e il rondone e il meriggio sognato per millenni.

ogni volta daccapo cominciare con la stessa luna, gli attori di sempre: essere in grado di infilarsi con tutto il corpo in un inizio e poi discendere per ogni traccia un dove per ogni viso un ran

piegarti ti ho piegata
in così tante parti
che riaprendoti
è uscita una mano
e si è formato daccapo
il dolore:

Dal ’79 al 2011, mentre scrive romanzi di incommensurabile valore, De Lillo accumula una serie di racconti (nove in tutto) che entreranno a far parte di un volume (L’angelo Esmeralda,

Tu la vedi dall'alto, te la guardi bene. E chissà cosa ti sembra da quassù la parte che non vedi, quel forum di voci indistinguibili, di ossa, composte in musica.

limitarsi a questo
spettacolo inutile
di forme, figlio mio,
a questa laida pièce di gomiti e fianchi,
a queste larghe intese di labbra

puoi salire con me sulla cartina, se vuoi,
stare su un piede solo sul mar Caspio;
prendere con due dita il sole e illuminarci ogni piccola gola,