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Mettere all'anima

 
da tempo
attrezzo un angolo
nascosto soltanto mio
dove senza premura
potrò ascoltare tutte le allegrie
che innocenti spandono per via
fremiti convulsi dei ragazzi
in amorosi amplessi
celati nei bui complici delle frasche
o spigoli di muro
finanche un pianto commosso
sincero nostalgico d'una
che ha perso l'amore o la passione
perché sebbene poche cose
abbia amato al mondo vorrei
portarle meco quando vado
a non sentirmi solo.
 

Lei cercava

Lei cercava l’amore
ogni notte con affanno
ma nei sogni il suo volto
mai non vedeva.
Lei cercava di giorno l’amore
sulle facce stanche della gente
che frettolosa di lì passava
ma ciò che trovava era solo indifferenza.                                                    
Lei cercava l’amore
tra le rose profumate del giardino
e ciò che invece trovava
erano spine e foglie secche.
Lei cercava l’amore
in cima alla montagna
più alta del mondo
e da lassù il suo nome invocava
ma il vento dell’ovest, per dispetto,
le parole dalla bocca le rubava
e tutto muto rendeva.
Con mulinelli di polvere
gli occhi le feriva.
Lei cercava l’amore
tra le onde del mare in burrasca
e ciò che invece sulla riva trovava
era solo tanta desolazione.
Lei cercava l’amore
negli angoli più remoti del mondo
e ciò che invece trovava
era illusione e tristezza.
Lei cercava l’amore
sulla pallida luna ma solo
solitudine e silenzio trovava.
Lei cercava l’amore…
Lei cercava…
Ma nel suo cuore mai contemplava,
niente di ciò che vicino aveva
lei vedeva.
La dolce voce della mamma
non udiva.
La tenera carezza del padre
non sentiva.

in quel silenzio

onde
nell'immersione prima
il mondo era immenso
 
è sapido
il sentire d'oggi,
 un respiro costante
che mi conduce ai versi
 
 apnea  rimpiango
 
quel placido passo e
il ritmo  del nostro battito. 

Haiku

Un’eternità
racchiusa in un momento.
Questo è l’amore.

                     

Buccia d'arancia

Eravamo sempre
sulle corde spezzate
di una chitarra
e tu mi raccontavi
del tuo passato
mentre un aereo
firmava un dolore
nel cielo di Pescara.

Sarebbero venuti
i trovatori
a raccotare quella storia
ferma sul porticato
della casa di D'Annunzio.

Spille per non fare la guerra
ma l'amore
ne avevamo messe
sul sedere
per scandalizzare i benpensanti
frutti di un'economia
volta a retroguardie proletarie.

Ma sebbene
provassimo a leggere
Stato e Rivoluzione
non si superava mai la terza pagina
come nessuno ha mai
mai
finito il diario di Che Guevara.

Eppure
di quegli anni
all'alba di una rivoluzione
io serbo solo il ricordo di quel giorno
che spruzzavo ai tuoi occhi
il succo di una buccia d'arancia

E tu irritata
mi mandavi a fare in culo
perchè quell'amore era finito
tra un geranio di balcone
e una maglietta macchiata
di sudore.

Cose Così [di Sara]

Sono i cavalli della giostra a lucidare il legno scolorito, consumato sulla sella. Un cielo chewing-gum, e noi dentro i vuoti nelle nostre maschere, sotto un tendone blu di stelle e pianeti, distanti, mai rassegnati all'ultimo spettacolo. Com'è che ridiamo per finta, e ci cola il salato degli occhi sul collo? Che fine hanno fatto i patti stretti in petto, puntellati di violette? In una primavera che ha il terrore di un addio, lo stesso freddo nella spina dorsale. Raccogliamo le forze nei soprabiti leggeri e coloriamo le unghie di ogni smalto che c'è da inventare. Lasciati i nasi finti sulle tavole, una soffiata di lucciole ci prenda in pieno e ci scuota, appena prima che s'accenda il sorriso nuovo. Ancora vita, e voglia di giocare.
 
 
A Sara, ispirata alla sua poesia di oggi
Manuela

Harbingen

Una notte di stelle, compresi
Chagall e il suo vento.
Il sogno, un gioco di mani,
il suo viaggio,
la vita che lasciava alzando tele
infinite
e donne
al soffio del temporale...
Altrettanto infinito.

Guardai estasiato
una sposa, una luna caduta,
un piano... e nel vetro vi lessi
la lieve rugginosa Russia
e nel tratto iniziale, Guillaume che rideva.
Vedevo e sentivo
un pesante fardello.

Un viaggio, poi un altro e un altro ancora.
Eterno e infinito
in terre lontane
e a volte vissuto come il pianto
che scivolando scema.

Un antico castello,
carte al vento,
una semplice domanda
sussurrata
tra la mano e l'orecchio:
"Vuoi viver con me?" E Cecilia sorrise
che fino alla fine seguì
senza sosta, il maestro. 

Ma come vuole la vita,
la mano tesa, un giorno tremò.
"Digli che ancora vorrei 
dipingere il bianco". Pregò la sorte.
Ma lei non rispose
e nel vuoto, il vecchio, annuì.
L'agguato non tardò...

Ma Bella era accanto,
come il primo giorno
...accanto.
Alla fine del ponte sorrisero
tra i due orecchini, gli infiniti occhi
neri come un carbone,
o qualcosa d'uguale o acetilene a pezzi
o qual'altro intruglio che propina la vita
dopo la morte. Tendente al grigio.
Che di grigi s'ammanta.

Un mare senz'onde o l'onda che lenta
ritira
per tornare come i suoi mostri
teste animali...
il violoncello, una sposa che vola
ed il blu
e gli occhi tristi dello sposo...
Il signor del fuggire assorto
e della tristezza.

Fu così che quella volta

Pensiero ... così.

 
quantunque lo pensi
e continuamente mi si dica
non risolvo che a forza ragionare
resettare i battiti all'ora legale
mi faccia meglio viver
di come e quando sognavo
era il mattutino a destarmi
ed il vespero la sera
ad addormentarmi.

i vestiti nuovi dell'imperatore

Hanno messo a tacere le campane
per farci vivere nella placenta dell’ignoranza
.
Le canaglie stanno nutrendo lo sciacallo
perché hanno serrato le finestre

sprangato le porte alla conoscenza
e nell’incoscienza strozzato la coscienza

Vendono a caro prezzo fango e sterco
facendolo brillare come fosse argento

In processione camminano
con addosso i vestiti nuovi dell’imperatore

con le carni ferite
anestetizzate dall’etere

con  le menti lacerate dalle finzioni
propagarsi in onde d’amore inesistente.

e mordono  la pelle e strappano il pelo
mostrando la conca della menzogna

E vanno a corrompere lo splendore
di una terra che soccombe ignara.

Alle porte del tempo

 
 
In questo giorno bifronte
chiudo la porta che apre il giorno
 
In questo giorno bifronte
chiudo la porta che apre la notte
 
Spalanco le porte dell'eterno
vagando tra l'uno e l'altro occhio
 
- osservando -
 
Innescato ora è il rumore
del vitreo silenzio
 
 
e m'incammino
dove il raggio piomba in terra
 
tra luci e ombre
 
 
 

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