Scritto da © Anonimo - Ven, 02/07/2010 - 23:32
Diceva di sé come parlasse
la vela virando alla stretta bolina.
una libertà d’aria nemmeno aspirata
e già nasce l’idea
che dalla cresta rigurgita l’onda
sulla soglia del cavo-mare. quasi le alghe
appostano pagine quando lei,
celebre, invisibile bagnante, cristallo nell’indaco
piega la curva della terra
e inginocchia il fondale.
lui ne scrive minuta ed austera
sul verde la sua schiuma di riso.
traccia il suo astrolabio:
la vita già fatta, la rotta compatta
sopra il limite
dei mitili. in pochi solcano l’oceano-vita
al traverso come al lasco e ancor meno di poppa.
ma lui, lui, chiaro di vista, ospita ulisse.
risolve coi tendini l’amante di gassa
e i nodi di scia, perché segna
dal fondo
il coraggio di andare per valve
che ti paiono il nido.
(liberamente ispirata a "La barca" di Fulvio)
»
- Blog di
- Login o registrati per inviare commenti
- 897 letture