Scritto da © pedronessuno - Lun, 25/02/2019 - 20:27
Sono nato nel '900
mentre il '900 stava per finire
in un secolo che in principio
ebbe un verbo
e il verbo era: avere.
Sono nato nel '900
mentre il '900 stava per finire,
nato dopo che molti furono morti
nei modi che conosciamo,
di cui tanto abbiamo letto,
di cui tanto si è detto:
un oceano di cadaveri affastellati
dall'uno all'altro mare,
a formare la piramide del mio
e del tuo benessere.
E ora noi ci sentiamo
bene, nelle sere di fine febbraio
a leggere poesie
che hanno in principio un verbo
e il verbo è: avere.
Dai dehors dei bar, cosparsi di lime
e zucchero di canna, scrutiamo
lo stupefacente orizzonte post moderno
che sovrasta
la sterminata fossa del '900
che ci ha generato, sovranutriti
e mai sazi.
Dovremmo esser grati di tanto orrore,
dei morti
nei campi
nei ghiacci
nelle foibe
alla Lubjanka
a Hiroshima
a Saigon
sotto al muro
a Dallas
bruciati nei campi del Tennessee
nei cieli argentini
sull'amara Cordillera
fatti a pezzi nelle notti siberiane
fucilati qui vicino
sulla piazza di Santhià
in faccia ai figli,
astanti, in attesa della baionetta,
sulla strada per Bergen
neonati lanciati in aria
dai soldati, e i soldati
trinciati dai carri,
masticati e impastati nel fango,
volti che neanche la madre
saprebbe riconoscere;
dovremmo esser grati
noi, nati nel '900,
della più lugubre delle notti
che ci ha concesso un'altra alba frenetica,
delle altrui tenebre
che hanno partorito il recente firmamento,
dell'incomprensibile stridore di denti
da cui è emerso un verbo
chiaro,
preciso,
decisivo,
necessario per scrivere nuove poesie
in questa notte di aperitivi e speranze,
dedicate al secolo d'oro
appena iniziato,
e questo verbo è:
mentre il '900 stava per finire
in un secolo che in principio
ebbe un verbo
e il verbo era: avere.
Sono nato nel '900
mentre il '900 stava per finire,
nato dopo che molti furono morti
nei modi che conosciamo,
di cui tanto abbiamo letto,
di cui tanto si è detto:
un oceano di cadaveri affastellati
dall'uno all'altro mare,
a formare la piramide del mio
e del tuo benessere.
E ora noi ci sentiamo
bene, nelle sere di fine febbraio
a leggere poesie
che hanno in principio un verbo
e il verbo è: avere.
Dai dehors dei bar, cosparsi di lime
e zucchero di canna, scrutiamo
lo stupefacente orizzonte post moderno
che sovrasta
la sterminata fossa del '900
che ci ha generato, sovranutriti
e mai sazi.
Dovremmo esser grati di tanto orrore,
dei morti
nei campi
nei ghiacci
nelle foibe
alla Lubjanka
a Hiroshima
a Saigon
sotto al muro
a Dallas
bruciati nei campi del Tennessee
nei cieli argentini
sull'amara Cordillera
fatti a pezzi nelle notti siberiane
fucilati qui vicino
sulla piazza di Santhià
in faccia ai figli,
astanti, in attesa della baionetta,
sulla strada per Bergen
neonati lanciati in aria
dai soldati, e i soldati
trinciati dai carri,
masticati e impastati nel fango,
volti che neanche la madre
saprebbe riconoscere;
dovremmo esser grati
noi, nati nel '900,
della più lugubre delle notti
che ci ha concesso un'altra alba frenetica,
delle altrui tenebre
che hanno partorito il recente firmamento,
dell'incomprensibile stridore di denti
da cui è emerso un verbo
chiaro,
preciso,
decisivo,
necessario per scrivere nuove poesie
in questa notte di aperitivi e speranze,
dedicate al secolo d'oro
appena iniziato,
e questo verbo è:
»
- Blog di pedronessuno
- 680 letture