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La Musica è Finita

Quando Gregory Bateson entrò nel negozio di strumenti musicali assieme al padre, cominciò a sentirsi tremare le gambe ed un formicolio lo avvolse completamente.
Era finalmente arrivato il momento, avrebbe avuto la sua nuova chitarra classica tanto sospirata.
 
Gregory era un piccolo genio, inutile nasconderlo. Aveva arte ed estro, aveva già un nome d'arte (da padre inglese)aveva una predisposizione magica per strappare via note quasi impossibili dalla sua ormai vecchia chitarra. Era una vecchia chitarra in effetti, troppo vecchia, ed era ora di provvedere alla sostituzione della stessa con uno strumento degno finalmente di lui, del suo genio, della sua arte, della sua innata capacità di creare musica per orecchie delicate.
Consigliato dal tecnico del negozio (venditore) e confrontatosi poi con il padre (finanziatore), scelse una magnifica chitarra classica da concerto YAMAHA GC41, una vera meraviglia, protetta da un fodero in vera pelle, donatogli dal venditore, rimasto incantato ed allibito appena sentito il ragazzino strimpellare con il nuovo strumento.
Rimase incantato, si, ammaliato a tale punto da prendere da parte il ragazzino e sussurrargli nell’orecchio :”E’ un peccato piccolo, un vero peccato. Suoni come un Dio, ma sbrigati, suona più che puoi che la musica sta finendo, stiamo raschiando il fondo”.  Nel mentre, stavano passando note trasparenti dell’ultimo successo di Marco Carta, quasi a confermare ciò che gli aveva appena detto il tipo. Gregory imbarazzato e spiazzato, memorizzò le parole del proprietario del negozio, mixandole con la musica in sottofondo “Niente più di Me”, e proiettando immagini mentali di un Marco Carta che canta Sul Suo Cesso, e non un Suo Successo.
Gregory suonò più che poté, per la gioia di chi poteva permettersi di essergli vicino nella vita quotidiana e dei pochi facoltosi selezionati che assistevano ai suoi concerti di nicchia. Suonò strappando via le ultime note al mondo, fino al giorno in cui uscì con occhi sgranati dalla sua personalissima sala prove, e disse al padre :”Papà, senti. Senti che e’ successo”. Gregory prese la chitarra e cominciò a fare semplici esercizi di scale, e dalla YAMAHA uscì fuori un rumore simile ad un vecchio asmatico che espettora al meglio per garantirsi un nuovo respiro.
Il padre, raggelato, prese subito in mano lo strumento (1700 euro…) pensando fosse quello la fonte del problema. Provò anche lui a dare vita ad alcune note, provò con semplici accordi, ed i brividi continuarono.
Provarono ad accendere radio e televisione, a mettere dischi e cd, provarono a cantare loro stessi direttamente.  Il risultato era sempre lo stesso, rumori atroci di ogni tipo, carta vetrata che faceva l’amore con cactus, stridii metallici di ogni tipo. E poi il fatto si seppe ufficialmente, di li a breve.
La musica era stata consumata tutta, nei secoli si era dato fondo ad attingere da un bacino che pareva infinito, un bacino al quale si erano abbeverati tutti, dai geni del bene ai geni del male, da Franz Peter Schubert a Beethoven, da AC DC a Franz Ferdinand, da De Gregori a Marco Carta.
Ora Gregory Bateson aveva finito di essere Gregory Bateson.
Ora era tutto finito, svuotato. Rimanevano rumori secchi che rimbombavano come dentro ad un serbatoio vuoto. Ora la musica era solo nei ricordi, non poteva più essere riprodotta, ricreata. Nulla.
Forse era l’inizio di uno sfacelo a livello mondiale, o il semplice prosieguo di uno sfacelo da decenni già innescato su molteplici altri fronti. Questo era forse solo  un altro tassello.
Il mondo era in subbuglio, destabilizzazione in atto su tutto il pianeta e in Italia, in Italia... famosa fu la telefonata di Baglioni a Marco Carta, ove quest’ultimo non sapeva di essere in diretta telefonica su rete nazionale, telefonata nella quale il Claudio cantautore affranto, gli disse con fare struggente :”Marco hai visto che e’ successo?? E’ finita la musica, ora che facciamo?”
“Che facciamo?? E che cazzo me ne fotte a me? E che ho mai fatto musica io?”
 
Fine.

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