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il bunker VII segmento-l'ammiraglio

I sogni.
La chiave per aprirli è desiderarli.
Ma anche la chiave è fatta della stessa sostanza dei sogni e, col tempo, può svanire, o essere dimenticata in qualche tasca dell'anima,
Chester Nimitz VII era il Fleet Admiral(ammiraglio a quattro stelle) comandante della sesta flotta della United States Navy.
Era, forse, più vecchio del suo passato. Più solo dell'ultima foglia attaccata ad un albero spoglio. La prima e unica volta che aveva usato la sua chiave, il giorno in cui aveva desiderato di entrare alla United States Naval Accademy, seguendo le orme dei suoi illustri predecessori, Da allora, aveva dimenticato la chiave nelle tasche vuote di un abito civile. "Non sibi, sed patriae". Inossidabile come l'oro delle stellette che gli luccicavano sul cappello, infrangibile, come la Medal of Honor che portava, con orgoglio sul petto, aveva dedicato tutta la sua vita alla carriera militare. E alle guerre da combattere. L'ultima lo aveva lasciato nel dubbio: Chi aveva vinto? Sulla terraferma l'esercito e l'aviazione fronteggiavano con eroismo il nemico. E in mare? Prima dello scontro, aveva visto i segni premonitori di una sconfitta: Gruppi di balene, che sparivano all'orizzonte, la luna calante. Ed un'alba rosso sangue.
"LA VITTORIA  E' COME IL RIFLESSO DI UN OGGETTO IN UNO SPECCHIO: LA MANO PUO' AFFERRARE L'OGGETTO, MA NON LA SUA IMMAGINE" gli ripeteva, spesso, suo padre.
Unico sopravvissuto tra gli alti ufficiali della marina all'annientamento della flotta USN da parte del "Muro Orientale"(coalizione degli stati asiatici con una flotta di seimila unità), era approdato a New York con la Birdmind, classe Lexington, la portaerei più grande della marina statunitense. Considerata inattaccabile, aveva riportato gravi danni. Alcuni, vedendola arrivare ridotta in quelle condizioni, capirono e piansero. E' difficile dire cosa passi per la testa di un soldato, quando un silenzio di morte vola sul campo di battaglia. Rimorsi? Dolore? Forse. I fantasmi che lo svegliano di notte. L'ammiraglio non dormiva mai. Di giorno amminastrava la "sua" giustizia nel bunker. Dava ordini, comandava, puniva.
Squadra di marinai miste a civili andavano e venivano dal "Vascello" con l'ordine di aggiustare lo scafo della Birdmind. Di notte scriveva le sue memorie. La sua unica speranza, quella che gli martellava il cuore,  era di poter riprendere, un giorno, le strade del mare. Di salpare. Riprendersi il suo mare...
"Come stai Mikael"? "Bene papà", ma era visibilmente preoccupato. Al dottor Baker era familiare quell'aria trasognata del figlio. Quando i suoi occhi verdi sparivano dietro nuvole di pensieri, quando il silenzio diventava incessante, quando il sorriso era soltanto accennato, ecco, in quegli istanti, Mikael era l'immagine precisa di Sarah, la moglie morta durante il bombardamento del '66. "Ed Anne"? "Sta peggio di me. Il dottor Jonhston la cura col suo vaccino fasullo e le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno. Forse questo è l'ultimo anno della sua vita. Inoltre ho saputo che i suoi figli sono in pericolo. Non ha nessuna speranza. Dobbiamo ......devo aiutarla. Aiutare era un termine poco usato in quegli anni, dove tutto e tutti si preoccupavano di sopravvivere, di salvare quel poco di sé che ancora respirava e, in giro, c'era così poca gente disposta ad aiutare il prossimo, mettendo a repentaglio la propria vita.
"Cristo santo, Mikael? Cosa ti sei messo in testa? Hai visto cosa ti è successo l'ultima volta? L'ammiraglio ti ha risparmiato solo perchè sei mio figlio. Credi che questi siano tempi normali? Credi, forse, che un giorno qualcuno ti chiamerà eroe? Ti ringrazierà? Ti prego, non fare altre pazzie.
Se non vuoi farlo per me fallo per Sarah. Fallo per la mamma". "Non nominare la mamma! Cosa ne sai tu della mamma. Tu che, negli ultimi dieci anni, hai scritto solo poche pagine dei suoi ricordi. E dei miei. Tu che hai barattato la famiglia con la carriera. Tu che non c'eri mai. Neppure a Natale. La mamma sarebbe orgogliosa di quello che sto facendo per Anne. Ed io lo farò, Con o senza il tuo aiuto".

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