Scritto da © giuseppe pittà - Mer, 16/05/2012 - 23:28
era solo il vento
le porte urlavano solo di vento
forse di bora forse tanto terrore
lei era ghiaccio
lo spavento un grammo di nero
nel respiro un colpo un battente
gli occhi erano nel buio
penetrano ampie nuvole fantasmi
maschere di ghigno di sola morte
lei era il tempo che si ferma
nei cieli giocano lame di futuro
di un sogno incerto e prigioniero
correndo ebbro di magia in magia
verso il lamento di una cornamusa
le ferite spezzano catene di luce
per le ossa stanche delle rifiniture
partiamo tutti per giungere al sole
nelle minuzie di un sogno venduto
lei era montagna
cuore di tempesta fulmini o fuoco
morte e resurrezione
era
riuscirà nei rintocchi il suo ritratto
nel mostrare la fragilità del tempo
rivelando la verità della rivelazione
mentre ritti al centro delle campane
decidono loro e noi ritmi di presente
tagliando a strisce sottili e levigate
tutto quel vento rumoroso e freddo
torneranno al tempo e torneremo
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