Maria Angela Eugenia Storti - Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione e innovazione | Recensioni | gatto | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Maria Angela Eugenia Storti - Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione e innovazione

Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
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TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
Raffaele Piazza  
 
Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.
Maria Angela Eugenia Storti
ITINERARI DI LETTERATURA DEL NOVECENTO
TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE
Memorie artistiche a confronto: Mann, Kafka, Woolf, Eliot,
Beckett, Wedekind, Pirandello, Montale
Recensione di Raffaele Piazza
Nella sua nota introduttiva, che ha un carattere programmatico, l’Autrice del saggio che prendiamo in considerazione in questa sede, scrive che il campo dell’opera mira a fornire un contributo alla cultura anglosassone e tedesca del Novecento e comprende manifestazioni italiane la cui espressione può intendersi per alcuni versi europea.
Il testo include una prefazione di Lea Di Salvo esauriente e ricca di acribia nel suo addentrarsi nei motivi dell’opera che è connotata da osservazioni puntuali composite e articolate nell’analizzare gli autori che sono tutti ormai dei classici nella Storia del nostro Novecento letterario.
Si tratta di scrittori che possono considerarsi delle vere cattedrali nell’ambito della letteratura di tutti i tempi e nell’impossibilità di realizzare un’analisi approfondita di ognuno di essi nello spazio di una recensione qui si tratta di tentare di arrivare al senso del volume, alle intenzioni della professoressa Storti dettate da una profonda ed esaustiva coscienza letteraria.
Il fenomeno letteratura di ogni tempo dai classici greci e latini fino agli autori della nostra contemporaneità del nostro postmoderno liquido e alienato non dà ragione ad Adorno e a Celan che dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto credevano fermamente nella fine della letteratura e dell’avvento di un periodo di afasia relativo alla poesia e alla letteratura in generale e i classici del Novecento che sono analizzati nel volume si possono considerare come i precursori i padri di quelli che sono gli scrittori i saggisti e i poeti del nostro tempo che esprimono le ragioni della nostra società così tecnologica da sembrare quasi fantascientifica ma che ha le sue radici nel periodo in cui non esistevano televisione, internet, e-mail, facebook, telefonini ed SMS, quando proprio la vita stessa probabilmente era più a misura umana e la stessa condizione umana aveva regole diverse.
Come scrive la prefatrice la raccolta di questi saggi costituirà un testo esemplificativo, sarà atto ad evidenziare i moderni contesti storico – culturali al fine di consentire approfondimenti tematici legati prevalentemente all’evoluzione della cultura dei paesi anglofoni e mitteleuropei con squarci di memorie italiane, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Come diceva Focault la letteratura è sempre espressione del suo tempo ma ovviamente non si può prescindere dal passato.
Interessante è il discorso delle interazioni tra gli autori insieme a quello delle influenze sulla letteratura italiana, in questo caso su Pirandello e Montale degli autori inglesi e tedeschi.
Tutto si risolve in un esercizio di conoscenza in una possibilità di vivere delle vite parallele nell’identificarsi con i personaggi della letteratura prodotta in questo caso da Kafka, Eliot, Mann e gli altri.
Dalla fantasia per l’effetto di un magico evento che si realizza proprio tramite la lettura si passa alla realtà.
Tutto pare essere sotteso alla ricerca di quello che Mario Luzi definiva sotto specie umana.
Se i tempi cambiano, se la vita umana ha delle regole a prescindere da uscite religiose rimane l’arte come contributo all’innalzamento delle coscienze e come porto franco nell’epica del quotidiano che vede tutti noi uomini e donne come degli eroi nel barcamenarci nella vita di ogni giorno.
Il poeta e lo scrittore divengono dei veggenti per farci assaporare il vero senso della vita che in ogni epoca ha un denominatore comune.
C’è da mettere in rilievo che contrariamente ai poeti e agli scrittori occidentali contemporanei le cattedrali sulle quali si fonda l’opera di Maria Angela Eugenia Storti hanno conosciuto sulla loro pelle gli orrori delle due guerre mondiali.
Luci e ombre kafkiane sembrano pervadere le atmosfere della letteratura di ogni tempo e il testo cartaceo è efficacemente sopravvissuto al ciclone di internet.
Letteratura e vita sono in perfetta osmosi e resta inequivocabilmente vero l’assunto di Flaubert sulla proiezione di se stessi nell’opera letteraria da parte degli Autori.
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Maria Angela Eugenia Storti, Itinerari di letteratura del Novecento tra tradizione ed innovazione, pref. di Lea Di Salvo, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 82, isbn 978-88-31497-99-2, mianoposta@gmail.com.

ritratto di Manuela Verbasi
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