Scritto da © Franco Tiratore - Mar, 07/05/2013 - 13:45
Adesso ti mostro un souvenir dell’infanzia
quando da cordolo a cordolo
superavo l’oceano solcato da auto.
Cavalcavo le onde strombazzanti
e la marea di gomma sul continente di asfalto
sconfinato dal mare. Il mare era giovane, il Tronto due rive.
Non c’era fretta di morire, eppure provavo
di giorno perché la notte fa paura
se si mette di taglio sul corso: è già un lutto
nel muto corteo delle case. Accadde
proprio lì la prima ferita. Ti mostro la cicatrice
nuda nei capelli come un rigo bianco
su cui è scritto: questa è memoria
di onde a motore, e quest’altra di un leviatano
d’acciaio e sempre si parla di strade sperticate e stese
nella sabbia della bassa Riviera. Non c’è porto
tra un cordolo e l’altro e nemmeno isole
perciò tra i pedoni che si tuffano qualcuno annega.
Io ho nuotato sul dorso del mondo
con la faccia rivolta alla stella senza faccia
ma non chiedermi chi fosse perchè so dove eri.
Vieni per la mia infanzia a vedere il dorso
del mondo che mi ha retto le spalle.
»
- Blog di Franco Tiratore
- 813 letture