Scritto da © Andrea Occhi - Lun, 02/01/2012 - 09:03
Sono salito, in piedi, sulla balaustra del ponte che collega la razionalità alla follia, perdendomi con lo sguardo all’orizzonte: alle mie spalle le colline, davanti a me il mare. Privo di timido pudore mi sono spogliato di ogni pregiudizievole tessuto e senza esitazione alcuna mi sono tuffato, nudo, nei tuoi gorghi ingannatori che, come dischi sovrapposti, rendevano vive le immagini dei nostri amplessi immobili, al ritmo di silenziosi tamburi magici. Danze oscene e umori densi: la festa è appena cominciata e nessuno potrà impedire la continua rotazione dei nostri corpi, neppure il fantastico vento dell'invidia, che strappa i petali ai fiori che ci circondano quando ci amiamo sull’erba, anche se contro ogni ragionevole impossibilità di futuro.
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