Ultimo saggio sull'errore virtuale | Lingua italiana | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ultimo saggio sull'errore virtuale

Hitler fu il folle della storia; così è riportato.

Hitler non fu l'anticristo che si era prospettato, per coprire innumerevoli crimini di guerra.

Anzi, sul luogo del delitto, il suo eccidio fu l'unico ad innescare i mali. Parlo per me, ma innanzitutto voglio, scusare le intemperanze nei miei confronti e l'ostentata indifferenza perché non si capì, che quando un morto parla col proprio visionario, non è mai un caso a sé, né oltrepassa i limiti della decenza e dell'umana ragionevolezza.

Un caso non coinvolge mai, la sola persona, che si prende l'onere, di comunicare con il Suo prossimo. Non ci si salva dalla dannazione, accogliendo le proprie sofferenze, come un fatto a sé, isolato dalla consapevolezza del dolore Universale.

Non ci si salva dalla morte, finché si fa resistenza al dolore, del proprio simile, sia abitante della Terra, che di altri emisferi.

“L'umana sofferenza non ci giustifica dalle colpe di non essere persona tra le genti”. Queste parole ho udito dal santo Cunegondo, vescovo partenopeo. Non ero immune da colpa... Essendo impressionabile, soffrii del male di non capire. Ebbi paura del contagio fisiologico e non mi recavo negli ospedali. Il Santo mi spiegò la differenza, tra il male di chi pecca e il male di chi riceve.

Compresi molte cose...

Ed è da allora, che parlo con i Morti.

Un altro santo, Stefano di Niguarda, mi sta dicendo: “Non occorre sgolarsi. Chi non ha fede, abbia l'accortezza di meditare.”

Ora, ritorno al punto di partenza.

Chi fummo noi?

Rifeci il mio calvario, per capire se mai ci fosse, un demone che pentito, potesse ragguagliarmi su ciò che accade. E mi rispose: “Fui la più sconcertante delle creature. Non ho pietà di me; non l'ho nemmeno per quanti si nascosero, sotto ali di piombo, per infierire sui morti, dando l'idea di volerli gloriare. Gli Ebrei sono da sempre nella Gloria. Furono il solo popolo che non accettò confini, né divieti. Il mostro c'è: è tra i codardi... Tutti coloro che spergiurano e incessantemente pensano d'impedire la Libertà della parola.”

Si preferisce sempre andare su un terreno già marcato, per non pagare le conseguenze dell'arbitrio. Intendo dire, che mi sono accorta, del primordiale errore. Si parla sempre delle Fosse Ardeatine per nascondere i crimini recenti.

Quanti mi seppero cordiale e fiduciosa nel rapporto con il prossimo, sappiano che mi sono trovata sola, su un fronte, mostruosamente architettato. Avrò tempo per spiegarmi; non sono le mie ultime parole. C'è tutta una nazione paralizzata. Chi non intende sa, quel che succede, sia pure a livello inconscio. Di tutte le persone che cercavo, e delle quali sono amica, nessuna mi rimase; solo il fanciullo Stella che ha le forbici al posto delle mani.

E non mi sarei aspettata che Hitler, riferisse a me, dei suoi trascorsi... Che sono la più imbranata delle fanciulle ed ho un cognome Johannes che svela l'aggressione.

Riporto le testuali parole: “Fui il folle della storia. L'ultima salma putrida di cui il tg, non si sforzò di dire, fu esattamente, quella di mia.”

 

La condanna di Hitler

 

L'ultima salma putrida, di cui il tg dava soltanto un brevissimo accenno, fu quella mia.

Volevo dare al mondo quel barlume che mi fu tolto

E non fu il pianto

ma lo sdegno verso quanti mi idolatrarono, senza darmi tregua. Se fui un mostro, perché foste altrettanto?!

Non vi avvedeste, quindi che fui un demente?

Io non fui l'anticristo. Fui il perdente che non rivendica,

ma accusa.

Mi rivolgo agli adepti, coloro, che sapendo della strage

si fanno ancora scudo del sangue delle vittime, e non per il rimorso, ma per abbattere chi sta piangendo sul cuore della Terra.

Si parla delle Ardeatine e sulle Fosse si ritorna sempre, privi di scrupolo verso quegli innocenti... Che non capirono... Perché il Signore non permette che gli indifesi e tutti quegli Angioletti, subissero, la ferocia di un demone. Ma i teschi, le ossa, sono la condanna, per quanti erano consci di sapere.

Se fui un imbelle, perché mi seguiste?

L'umana sofferenza non preserva dalla colpa di non esser vivente. Avete voluto la colpa, avrete i teschi. Ebbero fin troppa pazienza i defunti.

È fin troppo facile,

mitigare la colpa,

rifugiandosi nella clemenza del Salvatore.

Cristo si fermava ad Eboli.

 

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