MITI E MISTERI: Il simbolismo e gli artisti svizzeri | Arte | Antonella Iurilli Duhamel | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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MITI E MISTERI: Il simbolismo e gli artisti svizzeri

catalogo miti e misteri

 

Arnold Böcklin, Augusto e Giovanni Giacometti, Johann Heinrich Füssli, FerdinandHodler, Giovanni Segantini, Carlos Schwabe, Albert Trachsel, Félix Vallotton, Albert Welti ma anche Edoardo Berta, Adolfo Feragutti Visconti, Filippo Franzoni, Luigi Rossi così come Jean-Joseph Carriès, William Degouve de Nuncques, Fernand Khnopff, Gustave Moreau, Gaetano Previati, Odilon Redon,Auguste Rodin, Franz von Stuck, Hans Thoma, Jan Toorop.

 

Duecento opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, incisioni e manifesti dei più importanti esponenti del simbolismo in Svizzera. Tra di esse opere che hanno fatto la storia del movimento, presentate tra fine ‘800 e inizio ‘900 al Salone della Rosa Croce a Parigi, nei salotti secessionisti di Vienna, alle Biennali di Venezia.

 

 L’allestimento si articola in ventuno sezioni tematiche, le prime sei al Museo Cantonale d’Arte, le altre quindici al Museo d’Arte .  L'evento è prodotto dai due istituti, con il Kunstmuseum di Berna, ed è stato realizzato con il contributo di musei svizzeri ed europei e di collezionisti privati.

 

Sono a confronto i maggiori simbolisti europei e svizzeri  con capolavori indiscussi che parlano dei temi  cari  da sempre alla nostra umanità: il  mondo dei sogni, il  rapporto con l’inconscio, l’amore, la morte, la sopraffazione, la spiritualità, l’infinito, assieme a demoni, angeli e  divinità. Ogni artista  a suo modo è testimone di  uno dei periodi più fecondi della storia dell’Arte. Impossibile non essere catturati dalla magia delle atmosfere evocate.

 

Le figure femminili costituiscono  una raffinata nota di spicco in un excursus che procede da figure angeliche rarefatte come nell’opera di Segantini,  per assumere contenuti più carnali come in von Stuck .

 

Il simbolismo è un movimento internazionale, che ha coinvolto le sensibilità degli artisti più disparati, preparando un terreno fertile per lo sviluppo delle avanguardie del Novecento. Però, come spiega la curatrice, è innegabile un ruolo di spicco dei maestri svizzeri, che hanno saputo apportare notevoli e interessanti contributi stilistici: «Tra le caratteristiche specifiche del Simbolismo svizzero, per esempio, possiamo citare la tendenza all’introspezione, che si ritrova anche nella letteratura da Jean-Jacques Rousseau a Henri-Frédéric Amiel, o l’interesse per la ricerca psicologica sviluppata da teorici quali Eugen Bleulero Théodore Flournoy.

 

Un altro aspetto chevale la pena ricordare è il forte legame tra la musica e il corpo, che siesprime nelle ricerche di Jaques-Dalcroze, o ancora la visionespirituale della natura senza dimenticare il penchant per il diverso e per il mito che ritroviamo adesempio in Böcklin».

 

La Svizzera tenta con questa mostra di creare un ponte con l’Europa, dalla quale però si tiene politicamente ed economicamente a debita distanza tuttavia il mondo dell’Arte sembrerebbe superare ogni odioso confine.

 

La mostra. È a cura di Valentina Anker, come pure il catalogo, in quattro lingue (italiano, tedesco,francese e inglese) edito a Parigi da Somogy.

 

Vademecum.
• Museo Cantonale d’Arte e Museo d’Arte Lugano, via Canova 10
• 15settembre2013— 12gennaio2014
 www.mda.lugano.ch

• Orario.
Museo Cantonale: martedì14-18; mercoledì – domenica 10-18;
Museo d’Arte: martedì – domenica: 10-18; venerdì 10-21

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