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Risposte dall’equivoco

Vorrei invitare ad una riflessione creativa collettiva sulle “risposte” che riteniamo possedere, ma che in realtà non esauriscono affatto le tante domande che fertilizzano il pensiero. Io l’ho contaminata con la chiave “rispondo”, che proprio risolutiva non è. Chi vuole, faccia come crede.
Quindi, una messe di pseudo-ri-battute in forma di poesia o di prosa-poesia, ma anche solo prosa breve, che ci illuminino sulle nostre incertezze. Non è facile, me ne rendo conto, ma io ci provo con la solita faccia tosta… a Voi continuare.
 
Pies: la sollecitazione emulativa mi ha preso quando sono venuto a contatto con il testo “Questions “ da “Cela fait-il du bruit?” di Patrick Dubost - poeta e performer francese di Lione - nella traduzione di Viviane Ciampi e pubblicato dalla rivista on-line Fili d’aquilone, che qui ringrazio per la diffusione della poesia internazionale contemporanea.
E’ possibile assistere ad una sua performance o seguire sue realizzazioni con l’eteronimo Armand Le Poête:
http://www.youtube.com/watch?v=DZLguwAS5f8&NR=1
 
Grazie, fin d’ora, a chi seguirà (senza nulla pretendere, se non desiderio novello di sperimentarsi).
 
1
Agli alberi mai stati al davanzale
rispondo
che le foglie non servono
alle balaustre
né che i rami affacciati alla vita
vi poggino i loro gomiti di clorofilla.
 
2
Alle lumache sui muri senza parola
rispondo
che il verbo viaggiare
non dipende dallo zaino di pensieri
né si adatta la crepa ad essere strada
c’è sempre una casa in un dialogo
 
3
Al vento del sud strafottente
rispondo
che il battito di ciglia lo ferma
quando urta le pupille con la sua malvagità di polveri
 
4
Alla mia morte, desunta la vita,
rispondo
che la vita si sarebbe consumata più in fretta
se non l’avessi ripulita
da chiunque è pensabile
solo col sole e solo per poco  
 
5
A questo ardire nel mantenente
rispondo
ch'è d'uopo ragionare
prima che ogni gesto muova
la mano percorrendo il fiato
che soffia sulla vita che rimane
aggrappata all'unico sospiro
gemente arreso sulla soglia
che proferir del verbo voglia
ammesso che l'arcano invoglia
rispondo
altresì che nuotano i pensieri
e galleggiano austeri
quando l'età è giovine e inesperta
poi cedono anche ai pesi
di codesto groviglio
che non da risposte
rispondo
che sopra il ponte è il tuffo
e sotto l'acqua accoglie
il barlume di chi
non sa rispondere
rispondo
che non c'è strada senza cammino
parcamente scivola il sorriso
al giuoco tentatore che hai suggerito
  
6
 A chi cerca riscontri
rispondo
cerchi di specchi, immagini, volti
ritorni a crivellare passati ricordi
 
7
 al cielo, che indulge all'indaco
rispondo
che non sarebbe meraviglia
se non fosse visto
 
8
agli aquiloni, che garriscono di hubris
rispondo
che non si leverebbero in cielo
senza fili e mani che li portano
 
9
alle mani, che si stringono a pugno
rispondo
di amare gli aquiloni, e il cielo
e sì, persino i fili
 
10
Al sangue che scorre
rispondo
che la vita è un soffio di saggezza
che invola al canto celestiale
rispondo
che l'anima è muta
dell'accento che conosco
ma grida dentro il petto accanto al cuore
 
 11
Se mi chiede il punto nero dell’errore
rispondo
come passa minore la luna nell’orsa
esitante
quando di qua si riprova il sonno
per sfuggire alla coscienza antecedente
 
12
se mi chiede dove sia l'azimut
rispondo
di cercare la direzione della testa
il segno inequivocabile dello stare
eretti, noi bipedi dal pollice opponibile
così implumi
 
13
L'azimut?
rispondo
niente di che, tutti a guardarsi l'ombelico,
ogni tanto qualcuno grida "VORREI"
 
14
Di me lei parla scalciando il verbo
che ci unisce. Che dirle?,
rispondo
opponendo l’affetto che ci separa.
 
15
Ai miei perpetui punti di domanda,
scalzi ai sassi del cammino
nudi alle correnti dei golfi,
ho risposte in balia dell'onda.
Dove il mare ingrossa
e l'acqua scava
 
16
alle mie domande
 rispondo
 
mai più
 
sola
ad ascoltare
vuoti boccali
lasciati
in cerca
di bestemmie
 
mai più
consegnerò
a muschiose caverne
la mia storia
 
mai più
 
regalerò
alla ragnatela
la mia bellezza
 
mai più
 
io poeta
del nulla
leverò
un verso
a fatica
per declamare
stagni
 
mai più
 
 17
All'ultimo respiro
rispondo
respirerò in eterno la sua luce
 
18
Alla vita
rispondo
che ne trarrò da ogni seme il frutto.
 
19
Chiedo a questo niente
d'intermittenze neon:
se non fosse l'amore,
sarebbe buio amianto?
 
Cerchio di luna come urlo
aranciato intinto di strada
asso di denari in agguato
su gomiti curvati da pensieri
 
20
Punto che deborda
gigante di gigli bianchi 
e scolorate viscere
nei resti del silenzio
 
Rispondo che non sono
m'allungo sulle punte,
spudorata spingendomi 
tono azzurro, un lampo viola
tra infinite variabili 
  
21
Dove solleva il dito dalla forza
dove incanta la ruvida crosta del verbo
di domanda: ami il corpo?
rispondo
soffia tutta l'aria che contiene l'anima
apri il tempo
sentimi da un'altra epoca.
 
22
Dov'è il cerchio che contiene
la rotonda corolla delle tue parole
dove mutua dove stende
il balsamo dell'aperta proposta?
rispondo
vieni portata da una miseria di luce
e mi attraversi come il tronco del sole
 
23
al muro muto che non rimbalza
non riflette la luce bianca
rispondo
che la salvezza è nell'erba che cresce tra le fessure
e si protende a cercare il sole
 
24 
allo sguardo chiuso della notte
che non sa di dover cedere il passo al giorno
rispondo
che la gioia è nell'andare e tornare 
nel sapere la fine, ma dimenticarla 
così
come un guanto di seta la sposa
 
25
Alla tasca di sapori che tu porti
nel punto in cui esplode la sacca della sera
e poni mani e lapis a
punta di due dita come la lingua
rispondo
col mio assaggio trafelato
prima che curvi la boria dei tasti
sulla tua opinata varietà nel succo battuto
 
26
A chi crede che la vita sia un bilancio in cui avere e dare
debbano sempre essere in costante equilibrio,
rispondo
che infine la non perfetta coincidenza 
è immenso a colmare vuoto.
 
27
All'amore
che cresce alto dalle feritoie

rispondo

mi inseguirà la luce, un giorno
io sarò la gabbia, tu il ricordo
 
 28
Al silenzio
rispondo
 di parole 
da un eco lontano
se verrà  il vento
se profuma di zagara
se rende piacevole
il vetro che batte
 
29
Alla matita a domarmi i capelli
rispondo
che non c'è spazio alle mie parole,
ma all'incrocio dei miei pensieri
trovo e nascondo il mio essere vero:
parola.

 30
al troppo dolore 
alle luci quasi spente nei miei viali
ai passi trattenuti dalla morte
rispondo con la vita
 
31
Ad ogni piccola guerra perfetta
coeva e frontale di questo paradiso corrotto
 
ad ogni muto pugnale volante
conficcato nel povero volto di vittima a mare
 
al decomporsi precario sulle bocche dei figli
delle civili intuizioni
 
rispondono
lembi di mani e di nomi in amore.
 
Bisognerebbe gridare più alto
nei giorni delle perdute passioni
 
che la pace va fomentata
uscendo dal filo spinato di noi
 
dai silenzi appostati nell'ombra
dall'infingimento dell'io.
 
32
Dei fantasmi, degli insiemi
rispondo
delle lane, dei drappeggi, delle sete
il ghiaccio non è acqua,
diamante
 
33
a queste bolle di respiro
riflesso di mondo sui fianchi
alle richieste del senso
rispondo coi sensi 
 
34
Al computo dei giorni stesi
alla corbelleria del tempo
al vertice del timbro vitale
rispondo
finchè un segno del conto vive
voi contate
poi la somma delega la parola ancora.
 
35
Fuori dai toni campestri
d'una scampagnata agreste
risolvono le meretrici
sulla soglia contesa
mentre la luce è un filo
che conduce lento
rispondo
che a nulla serviranno
timori o tremori
giacché furono infrante
tutte le ragioni
nel mentre esaustivo
d'un gesto fuori campo
ed allusivo
 
 36
Il bavero s'adagia
alle spalle al loro peso
e l'arco smuove
un labbro di sidro
raro di mele.
Non chiedo, non rispondo
sottendo

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