Lacrime di laguna e perle di cristallo | Prosa e racconti | Franco Pucci | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Lacrime di laguna e perle di cristallo

L’onda s’infranse contro il muretto che recinge e delimita la laguna del Lusenzo. Miriadi di goccioline come piccole, coloratissime perle di cristallo istoriate di magici riflessi rotolarono sparse sui sampietrini che attoniti assistevano all’evento.
Pareva fosse un moto di stizza, di rabbia, chissà. Forse il passaggio continuo dei motoscafi e dei motori, rompendo in continuazione la calma e la serenità dell’istante avevano provocato quella reazione. Improvvisa ma contenuta, tutto sommato, seppure energica. Seduto sulla solita panchina, che ormai conoscendomi a fondo non si stupisce più delle mie assurde ed improvvide considerazioni, osservavo l’evento. Fui preso dalla incontenibile, assurda voglia di catturare qualcuna di quelle piccole perle iridescenti. Volevo farne una collana, affinché tu mi perdonassi delle mie continue assenze. Sarebbe stata benissimo sul tuo collo, un mirabile e unico gioiello da far invidia alle murrine di Murano. Incredibile! Si può essere gelose di una laguna? Certo che si può, quando la natura sfodera tutta la sua magica bellezza. Così dentro di me speravo nel nuovo passaggio di qualche stupido e rombante motore che avrebbe sicuramente prodotto l’effetto sperato: la rabbia della verde azzurra fata e la conseguente onda. Mi lesse nel pensiero e, nel silenzio più assoluto e benché niente potesse giustificare una sia pur lieve increspatura dell’acqua, innanzi a me venne a infrangersi una piccola, gentilissima onda che mi regalò una miriade di minuscole, iridescenti, perle di cristallo. “Grazie” – sussurrai- attonito. Una voce ormai a me nota rispose: “Non sono perle, vecchio credulone ma lacrime” In quel momento il rombo di un motoscafo ferì la magia dell’istante e un’orrida e untuosa macchia di petrolio venne a lordare il muretto, picchiettando di nero pece il cotto dei sampietrini. 
“Lacrime, ricordalo, lacrime”… mi sussurrò la voce nell’infrangersi dolorosamente contro la riva.
Ne conservo ancora una nel mio fazzoletto, ogni tanto trasluce tra lo sporco di petrolio. 
La collana di perle che ti ho regalato non è la stessa cosa. 
 
 

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