Scritto da © Bruno Amore - Lun, 08/11/2010 - 18:59
Va l'autunno, alle propaggini
del nuovo inverno e indulge
nel fitto del bosco
l'odore acre, pungente di muffe
di muschi, di erbaggi fradici
e del mio sudore che
dalla fronte gocciolando cade
sul tappeto di foglie
con un tonfo lieve, ovattato.
segue ogni passo
un fruscio sommesso
affondano i calzari
in fanghiglie fresche di pioggia.
ansimo. i rovi d'unghioli affilati
aggrediscono la giubba
trattengono me, l'intruso
che s'apre, nonostante, un varco.
in una radura sotto la volta spinosa
un tappeto molle di foglioline oro vecchio
un alcova per elfi.
qua e là protuberanze tradiscono
silenziose forze nascenti
col tremore nelle dita
scanso le foglie come sete
e il topazio colore della cutina
mi mostra il neonato Re del Bosco
sua maestà Boletus Edulis.
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