Scritto da © Bruno Amore - Mer, 27/10/2010 - 11:14
Di pozza in pozza
nell'acqua cheta per lo più
torbida o limpida ferma
solo mi specchio, da tempo
fedele alla stessa riva
e l'erbe verdi e radici
abbarbicate ai fianchi
a trattenermi da ogni mossa.
E quando gli scrosci
di vicende ansiogene
precipitano tutt'intorno
per il nuovo da venire e
l'alveo tutto scombinano
quatto sul fondo
le lascio tracimare
correre oltre laggiù al mare
e la pace di nuovo
come la morte s'adagia.
Come risorge il giunco
oltre il passar della corrente
ora però aspetto venire il fato
suo mi farà e tra massi
e scogli a furor di vortici
via mi farò condurre
oltre questa afflizione.
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