Scritto da © poetella - Gio, 14/10/2010 - 13:51
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Questo gatto accoccolato sotto l’androne,
molto nuvolo, oggi,
è lento il suo tempo.
Una sinusoide, un’onda a largo raggio.
Socchiude piano gli occhi
e osserva. Calmo.
Gira un po’ la testa, le zampe sotto la pancia.
Apparentemente lontano dal vortice delle scadenze.
Tutt’attorno è velocità.
Un mondo parallelo (nessuna interferenza. Indifferenza)
C’è ansia nelle foglie, le foglie, in autunno…
Nella corsa delle macchine sulla provinciale
(gettandoci lo sguardo sembrano gusci vuoti.
Colorati come uova di Pasqua)
Ansia nei passi della gente
con gli ombrelli chiusi
e i cuori chiusi, sigillati,
i pensieri chiusi negli occhi e un mostro
che mastica le ore. E gli anni.
Ore, anni accartocciati, sbriciolati, che non sai più dove,
non sai perché.
Una corsa di polvere nel vento.
Il gatto resta immobile nel vento,
vibra appena in superficie.
Conservando la sua calma.
- anche se conosce l’ora del balzo. Dello scatto.
Sa il preciso momento.
Dove vanno a morire i gatti?
Raro vederne di morti in città. E sì che ce n’è di gatti.
Il gatto se ne va solo, come quello di Kipling.
Anche a morire. Non gli serve nessuno.
Lei vorrebbe imparare, ma…
…
…
…
(by poetella)
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