Il respiro calmo della laguna | Prosa e racconti | Franco Pucci | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il respiro calmo della laguna

A guardarla bene, la laguna pare un rifugio di cristallo per creature fiabesche, una boccia verdeazzurro incastonata nel cuore dell’isola, in attesa di una mano ansiosa che la scuota per interrogarla sul futuro, come si fa con le classiche sfere di vetro delle indovine.
 
Oggi non mi va, non m’importa del futuro, voglio stare così, seduto sulla panchina, perso nei miei pensieri, occhi distratti sui riflessi improvvisi che i gabbiani in volo concedono alla lastra riflettente. Forse l’improvviso apparire di una magica creatura mi scuoterebbe dal mio inutile, quanto masochistico rimuginare.
 
Ma tant’è, oggi ho riaperto uno dei miei zaini che regolarmente mi carico sulle spalle, quello dei ricordi, dei rimpianti, delle leggerezze. “Potresti evitarlo, sai che non lo sopporti, lascia stare” una voce dentro di me mi ammoniva con voce sarcastica.
 
Lo scorrere impetuoso dei miei pensieri si ferma improvviso, la mano scorre automatica verso le spalle a incontrare il nulla, gli occhi cercano invano in ogni anfratto della panchina, nulla. All’appello manca il mio zaino preferito, quello che abitualmente riempio delle cose più belle, poche in verità ma importanti, fondamentali, due su tutte: l’amore e la poesia. Non c’è, nulla. Eppure ero convinto di averlo portato con me.
 
Il rumore improvviso dell’alzarsi in volo di un gabbiano attira la mia attenzione, fisso il punto della laguna ora increspato dal piccolo gorgo d’acqua ed ecco che vedo apparire una massa scura, dapprima indistinta che si avvicina lentamente verso la riva. Viene verso me, con tutta evidenza, sospinta da chissà quale corrente o vento favorevole.
 
Dapprima irriconoscibile, poi a mano a mano più precisa, inconfondibile: il mio zaino! Sì, quel mio piccolo, indispensabile ricettacolo della parte migliore di me. Sorridendo, ma stupito, mi chino e lo raccolgo. Mentre gocce verdeazzurro bagnano la panchina, uno sciabordio contro la riva attira la mia attenzione.
 
Una voce severa, ma nel contempo rassicurante, mi lascia a bocca aperta con un senso di inquietudine tuttavia mitigato da una strana serenità, sicurezza: “Imperdonabile pessimista autodistruttivo, eccoti il tuo zaino. Portalo sempre con te. Non disturbarmi oltre”.
 
L’aria ora è più tersa, l’azzurro del cielo si fonde magicamente col verde della laguna.
Ora il respiro è più calmo.
 

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