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Delle volte che colsi la verbena

su per la vita è sonora
l’età fragile degli assenti
un sentiero di cerimonie li porta
non appena si sarà alzata
la tramontana scura
 
un legame che tiene
e non muta il percorso delle abitudini
forse cambiano le case
si aprono squarci
il nome della piazza muta
e a ragione resta
in silenzio sul muro
 
(comunque vada alle radure
non trovo mai la stessa verbena
che mia madre volle per scacciare le febbri
dei sudori, e il mio sudore finì con lei
asciutta)
 
Io vivo qui tra le voci
cerco la mia dove incrociare le rotule
è l’avvio svanito o incredibile
o sventurato
alla terra che non mi ha lasciato.
 

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