Scritto da © Lorenzo - Sab, 20/01/2024 - 14:35
JÈ MÈGGHIE U PASTANÌDDE A LA PÒRT’AGHESTÒINE
CA LA FILÌPPE CÈIE A RE MATÒINE
Meglio possedere un “pastanello”
(qualità di mandorla di minor pregio)
in un campo nei pressi di porta Robustina
che la Filippo Cea (qualità pregiata)
in una zona murgiana (le Matine).
Fonte N. Pice
Aveva un campicello fuori porta
dopo le Croci accanto ad un macello
oltre la strada circonvallazione,
un piccolo podere ordini otto,
eredità del Padre col mio nome,
un uliveto in più qualche alberello,
mandorle pastanello giusto il gusto,
per preparare dolci per le feste,
il nome di padrona "Crocifissa".
A quel podere si giungeva a piedi,
quattro passi da Porta Robustina,
pietre a confine lungo quel quadrato,
carciofi di stagione ai piedi suoi
e al centro un pagliarulo come un trullo,
luogo di scampagnata di Pasquetta,
per aria salutare dopo il pranzo,
di Pasqua e di giornata dopo festa,
ed in quel trullo attrezzi di lavoro,
poneva il nonno e parlo di cent'anni.
Ora quel campo in mente d'altri tempi,
ci sono adesso molte abitazioni,
costruite dagli eredi di quel campo.
Dunque, nella memoria resta il motto,
dell'aforisma scritto e sopra detto,
mandorle pastanello di marine,
che la Filippo Cea alle matine.
Lorenzo 20.1.24
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