Scritto da © Lorenzo - Dom, 09/07/2023 - 10:36
E' Porta Baresana raccontata,
la Piazza che conduce alla Piazzetta,
da quella strada stretta di Ciccillo,
vendeva scarpe a tutti del paese,
eredità trasmessa ai discendenti,
in altri luoghi posti nel mio borgo.
.
Torniamo adesso a splendidi colori
d'una Piazza ch'è più d'un paesaggio,
d'anime pensierose e loro storie,
ognuno coi problemi tutti proprii.
Due Monumenti in nessi della Storia
fra quel Torrione ancora ricoperto,
ora scoperto fino a fondamenta,
serba segreti e ancora dei lamenti
dei contadini vinti per fatica,
con quella porta bassa che conduce
a Camera Lavoro Sindacale.
Si scende dall'entrata un po' sommessa
in quella stanza piena delle storie
delle generazioni sottomesse,
dai possidenti ricchi dei Casati
e quella Porta aperta alla Preghiera
del popolo che implora la Patrona,
posta in sommità del Monumento
e sottostanti due orologi in vista ,
con i rintocchi d'ogni quarto in ora,
giusto i suoni d'ogni tempo al giorno
dall'alba fino al termine di luce,
quando a due ore s'ascolta il silenzio,
nell'ombra della notte ch'è venuta.
E in fondo c'è la Chiesa in altra Piazza
ed un Convento già ch'ho raccontato
di poveri orfanelli per battaglie
vinte o perdute sui campi di guerra
e in mezzo una villetta con i lecci,
ove si compravano le braccia
dei mietitori del grano lucano
oppure del raccolto di stagione,
nei campi attorno al borgo nella piana,
d'ulivi e mandorleti o di vigneti
da fossa premurgiana fino al mare.
Una fontana in basso bene in vista,
per dissetare terra sitibonda
e due baracche fisse ora scomparse
per soddisfare gola dei bambini.
Da quella casa rossa dal balcone
s'udiva del politico il sermone.
Lorenzo 9.7.23
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