Scritto da © Lorenzo - Sab, 01/04/2023 - 13:43
Or che badi, Euricléa, che non gli stendi
Fuor della stanza maritale il denso
Letto, ch’ei di sua mano un dì construsse,
[…]
Ella così dicea,
Far volendo di lui l’ultima prova.
Nel XXIII libro dell’Odissea (vv. 217-222), Penelope, all’indomani del ritorno di Ulisse, per fugare i dubbi sulla sua identità comanda ad un’ancella di spostare il talamo nuziale fuori dalla stanza da letto, così che Ulisse possa riposarsi: quest’ultimo, risentito, replica che nessun uomo mortale potrebbe riuscire nell’intento, siccome lui stesso aveva costruito il talamo ricavandolo da una secolare pianta di ulivo. È un segreto che solo il vero Ulisse avrebbe potuto conoscere, nonché la prova inconfutabile che Penelope attendeva.
[…]
vivo uomo nessuno,
Benchè degli anni in sul fiorir, di loco
Mutar potria senza i maggiori sforzi
Letto così ingegnoso, ond’io già fui,
Nè compagni ebbi all’opra, il dotto fabbro.
L’episodio qui menzionato è un’altra prova della grande abilità di falegname di Ulisse: come già era accaduto per la zattera sull’isola di Ogigia, Omero abbonda di particolari e dà una minuziosa descrizione della realizzazione del letto. L’Ulisse carpentiere, infatti, inizia con lo sfrondare l’ulivo, quindi sgrossa la base del tronco, servendosi di una pialla di bronzo e rendendolo diritto, in modo da ottenere un “piede di letto” che trafora col trapano; a questo punto pialla la lettiera e la impreziosisce con oro, argento e avorio.
Fonte : Storia della Tecnologia - L'Odissea