Scritto da © Franca Figliolini - Mer, 25/08/2010 - 15:28
Camille Monet sul letto di morte
"Un giorno, all'alba, mi sono trovato al capezzale del letto di una persona che mi era molto cara e che tale rimarrà sempre. I miei occhi erano rigidamente fissi sulle tragiche tempie e mi sorpresi a seguire la morte nelle ombre del colorito
che essa depone sul volto con sfumature graduali. Toni blu, gialli, grigi, che so. A tal punto ero arrivato. Naturalmente si era fatto strada in me il desiderio di fissare l’immagine di colei che ci ha lasciati per sempre. Tuttavia prima che mi balenasse il pensiero di dipingere i lineamenti a me così cari e familiari, il corpo reagì automaticamente allo choc dei colori". (C.Monet).
«Come ti trasfigura la morte
tu, così tante volte dipinta
nel trionfo di luce d'estate,
mia dolce, livida Camille
: ombra di un'ombra t'ho visto
e anche questo ho voluto restasse,
perché anche questo ho amato»
Così disse Claude,
accarezzando con le dita la tela,
seguendo i rilievi del colore
piano, con dolcezza
Alitò due volte sul suo viso
ma lei rimase lì,
avvolta nel velo grigio
e più niente accadde...
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