Ed era un caos così ordinato
da annientarmi in un minuto
e fu il terrore del normale
tutto ciò per cui sbavai
Stiracchiato e senza volto
nei gorghi dello zero.
Niente si salva lassù nella nebbia
solo piaceri di venti secondi.
Sorridevo per ogni sconfitta
sgretolandomi poco per volta
e arreso ai tuoi rintocchi
anche l'alba fu una beffa
nel suo zampillare di rosso
mentre io tremando avevo
sogni più grandi delle mie tasche
e tanta sabbia nelle mie scarpe.
E i fiori e i lucci non hanno peso
nessuno crede alla morte il pomeriggio
e se fummo stolti a volere la notte
fu un suicidio invocarla ancora.
Nella stagione della rivolta
battelli di carta prendono il largo
e i tuoi sospiri -note scomposte-
se uniti ai miei divengono musica
e non serve pesare le proprie scelte
perché tutto si svuota e tutto si riempie
e le mie lacrime non bagnano più
le mie lacrime non bagnano più.
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