Scritto da © Lorenzo - Ven, 17/12/2021 - 09:27
Ricordo i potatori d'una volta
rami d'ulivo spogli delle drupe,
tagliavano quel più dopo raccolta.
Un'arte sopraffina tramandata
di padre in figlio vecchi contadini,
tagli particolari e correttivi
per lo sviluppo della produzione,
l'estetica di albero d'ulivo
per farlo bello ed ancora più snello.
Scure tagliente con un colpo ad arte,
nella terra cadevano rametti
per dar più frutto a prossima stagione,
e quindi si tagliava senza duolo
per dare vita agli altri rami vivi
che divenivano allor sempre più ricchi.
Quei rami secchi come fiori morti
venivano legati per la vita,
con altro ramo preso dal mucchietto,
fascine divenivano per fuoco
d'ogni camino posto nelle case
e cucinare un coccio di legumi.
Ceci o fagioli od altro desinare
e pentola con l'acqua da bollire
per pasta fatta in casa da condire
col sugo del ragù di vivandiera,
una massaia esperta cuciniera.
Lorenzo 17.12.2021
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