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Memoria

« Io non fui originata
ma balzai prepotente
dalle trame del buio
per allacciarmi ad ogni confusione. 
 
Alda Merini, Testamento »
 
 
Gli occhi fissi avanti a quella porta
il pane per famiglie già nel forno,
trecciato nella notte e poi ripreso
 
in lievito di madre, porta a porta.
Era un mattino ed eri sulla soglia
scrutavi una divisa un po' sgualcita,
 
un punto in fondo che s'avvicinava
compagno di quel tramite comune,
il cuore che sbatteva forte dentro
 
presagio d'un ritorno assai sognato
nelle notti vissute nell'attesa.
Chi mai poteva essere quel fante,
 
un volto stanco e vecchio dei suoi anni,
l'origine del sogno in disinganno,
erano gli anni trenta e per l'impero
 
famiglia disgregata per lavoro 
in terra d'oltremare,  il nostro mare.
Così migrante in terra sconosciuta
 
si guadagnava il pane con fatica
ed una casa conquistata poi,
quindi, sconnessa a causa della guerra.
 
Sappiamo, ordunque, molti militari
furono deportati in altri mari,
baracche numerate e malnutriti
 
per lunghi anni fino al gran ritorno
in terra conosciuta e dagli affetti,
figlia e consorte sempre nell'attesa.
 
E quindi,  infine, storia  a lieto fine,
l'ordito dell' arcano fu schiarito,
la vita prese a scorrere serena
 
e prepotente s'allargò famiglia
con trittico d'amore e tenerezza,
anni quaranta, il desco in allegria.
 
Ma nel cammino, trame nell'agguato
il buio ahimè, ancora, prese fiato.
 
Lorenzo 29.10.21

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