Scritto da © voceperduta - Mar, 20/10/2020 - 22:07
Loris credeva ancora nelle favole. Specialmente, a quelle dove il lieto fine è rimandato di qualche pagina. Perché la vita – pensava lui – ha molti più ostacoli di quanti uno scrittore sia in grado d’inventare.
«Oggi che cosa leggiamo, Loris?»
Quella domanda era diventata una routine. Così come il caffè confezionato in un bicchiere trasparente e le due cannucce di scorta.
«Vuoi pensarci ancora un po’?»
Loris impiegava dai cinque agli otto minuti, prima di comporre sul monitor una risposta esauriente. Potevano esserci giornate in cui aveva pianto; allora il tempo di elaborazione da parte del sistema di puntamento oculare saliva a dodici, tredici minuti al massimo.
«È una lacrima quella. Adesso la asciughiamo.»
Amelia lo accudiva proprio come un figlio, prevedendo in anticipo i suoi bisogni e le sue debolezze.
«Vuoi andare fuori, non è così?»
Dal piccolo terrazzo al terzo piano, Loris sperava ogni volta di ritrovare il profilo di una ragazza che scendeva ogni mattina presto, allo stesso orario in cui lui si affacciava, dubbioso, come se si sentisse ostaggio di quella sedia a rotelle. Amelia notò presto la coincidenza tra il sorriso di Loris e il profilo di quella ragazza dai capelli bruni, che spesso alzava lo sguardo in direzione di una finestra posta all’altezza del settimo piano.
«Penso che stia guardando proprio te, sai?»
Loris ruotò gli occhi verso lo schermo, e iniziò a suggerire ad Amelia le prime risposte di quella mattina.
«P-E-R-R…ho capito, vuoi leggere Perrault.»
Il sorriso di Loris cominciò a farsi blando e più incerto, non appena la ragazza si affrettò a salire su un’auto guidata da un uomo, che sembrava essere giovane e compiacente, almeno quanto lei.
«E di Perrault, cosa vuoi leggere?»
Loris sbatté le palpebre diverse volte; il sistema di puntamento oculare ignorò le lacrime che si allungavano a dismisura come frammenti del suo essere.
« I – D-E-S-I-D…i desideri inespressi», intuì velocemente Amelia, capendo che in lui il desiderio era ancora forte, sebbene non fosse più in grado di pronunciarlo.
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