Scritto da © Giovanni Perri - Dom, 23/08/2020 - 16:30
Riconosco il paese dal colore dei muri
e dai mattini di dura mollica
dal volgere lento arabesco dei figli
che guardano i padri e dalle nuvole
che fanno strade nell'ombra,
da poche sedie in cui si accampa la morte
o forse dall'acqua che scola per sempre
nei vicoletti come nell'anima dei gatti
che si ripetono.
Riconosco e imparo a memoria
il canto dell'attesa
delle finestre dove il sole dardeggia
e dentro, nel fondo, il dente nero
l'oracolo ubriaco, fumo di bagolaro e origano,
la bambina di novant'anni
che cade dal tuppo cantando.
e dai mattini di dura mollica
dal volgere lento arabesco dei figli
che guardano i padri e dalle nuvole
che fanno strade nell'ombra,
da poche sedie in cui si accampa la morte
o forse dall'acqua che scola per sempre
nei vicoletti come nell'anima dei gatti
che si ripetono.
Riconosco e imparo a memoria
il canto dell'attesa
delle finestre dove il sole dardeggia
e dentro, nel fondo, il dente nero
l'oracolo ubriaco, fumo di bagolaro e origano,
la bambina di novant'anni
che cade dal tuppo cantando.
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Inserito da woodenship il Lun, 24/08/2020 - 00:29. #
Bellissima e intensa, una perla che riluce di mestizia nella memoria quanto nella lettura.
un saluto
......W.....
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Inserito da Giovanni Perri il Lun, 24/08/2020 - 11:03. #
grazie Wood un caro saluto a te
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