Per bontà orografica qui il clima prende ordini
dal maestrale fino alle 17. Fino a quell’ora
il golfo schiuma il suo plissée. Poi si slaccia
la cinta dei monti dallo sfondo e calano i rossi
sulle dozzine di dettagli; le case diventano
occhi per occhi di gatto. Alle 20 resta la luce
sopravvissuta, teneramente diffusa
e sparsa su ritrovi particolari.
Sopra di me lo spirito passato con tutto lo spirito
rimasto per quel meccanismo atavico
che copre il bello con l’oscuro. Tuttavia lo trovi
generoso perché insieme scompare il brutto umano.
Il traffico è sporadico e si può fermare
l'attimo piú a lungo.
Si contiene senza fatica ai semafori
che contano i secondi secondo la loro tabella
e ne danno consapevolezza ai non vedenti
con un esile bip di fretta. Chi può vedere la luce
è abilitato all’ascolto di coloro che si tengono al buio.
Tra i platani ce ne sono che non durano a lungo
ma più del metallo che nell’aria salmastra fiorisce ruggine
sulle maglie discinte di un recinto.
Un gatto rientra, vi si struscia, solleva la coda
e mostra il culo che culo non è ma papavero cupo.
Sbeffeggia?
Gli parlo nonostante il rumore di fondo:
insegna come essere, con una lingua sola, isola.
- Blog di ferdigiordano
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