I
Via Clark ha un marciapiede stretto
- persino le puttane lo evitano.
Da questo lato non si guadagna in strada.
Strada con tutte le strade del mondo che le vanno dietro
standole davanti come fossero in giro da sempre
per congiungersi e spezzarsi.
II
Ormai è l’anno scorso, ed insieme l’anno venturo.
Da mille secoli e nello stesso momento
ugualmente ognuno, dentro,
sostiene una meta: sommare vita in vita.
III
La mia vita è essere quest’uomo, come credo.
La mia vita è in qualsiasi punto mi possa illudere
di avere una condizione di felicità duratura, più o meno
un approdo. Sono un piroscafo che parte o resta
per teneri passeggeri scagliati come pesci nel cuore.
IV
Non fanno altro, eppure si sentono colpevoli.
Ricorda, dicono, che è una colpa non fare niente.
Via Clark ha un marciapiede, ma non fa niente.
Ti prego, dice, cammina, ormai è l’anno scorso,
ed insieme l’anno nuovo promette.
V
Prendo un frutto dallo zaino, lo addento, lo assaporo;
cola, dall’angolo delle labbra che faticano a stringersi,
il sottile umidore del succo: filo di parole
da una frase concava: che sai di te?, e salivo.
VI
Credo di potermi raccontare da ricordo a ricordo
come un ponte a volte.
Le guance deformate dal boccone, gli occhi socchiusi.
Anche Dio morde l’uomo: prima, però, dice:
respira domani in tutto.
VII
Questo tratto di strada porta ad una rotatoria sul calendario.
Il calendario è una misura precauzionale. Le rotatorie
procurano vortici nel sangue, riuscendo a prenderci in giro
- una rotatoria, in fondo, è un circolo vizioso,
un paradosso della strada, come: io so che pare, e paio d’ossi.
VIII
Sembrano parole insensate, e lo sono - non capisco perché, ma le sento.
La fronte corrucciata, le arcate sopraccigliari aggrottate,
un occhio sbieco nel cielo è la luna, e guarda torva,
la partecipazione amara del taglio delle labbra,
di modo che, osservandomi, sembra deciso
che siamo noi a fare la strada non il contrario.
E fare cammino non è fare niente, dico.
- Blog di ferdigiordano
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