Dico per dire | poeti maledetti | ferdigiordano | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Dico per dire

 

I

Via Clark ha un marciapiede stretto

- persino le puttane lo evitano.

Da questo lato non si guadagna in strada. 

Strada con tutte le strade del mondo che le vanno dietro 

standole davanti come fossero in giro da sempre 

per congiungersi e spezzarsi. 

II

Ormai è l’anno scorso, ed insieme l’anno venturo.

Da mille secoli e nello stesso momento 

ugualmente ognuno, dentro, 

sostiene una meta: sommare vita in vita.

III

La mia vita è essere quest’uomo, come credo. 

La mia vita è in qualsiasi punto mi possa illudere

di avere una condizione di felicità duratura, più o meno

un approdo. Sono un piroscafo che parte o resta

per teneri passeggeri scagliati come pesci nel cuore.

IV

Non fanno altro, eppure si sentono colpevoli.

Ricorda, dicono, che è una colpa non fare niente.

Via Clark ha un marciapiede, ma non fa niente. 

Ti prego, dice, cammina, ormai è l’anno scorso, 

ed insieme l’anno nuovo promette.

Prendo un frutto dallo zaino, lo addento, lo assaporo; 

cola, dall’angolo delle labbra che faticano a stringersi, 

il sottile umidore del succo: filo di parole

da una frase concava: che sai di te?, e salivo.

VI

Credo di potermi raccontare da ricordo a ricordo

come un ponte a volte.

Le guance deformate dal boccone, gli occhi socchiusi. 

Anche Dio morde l’uomo: prima, però, dice:

respira domani in tutto.

VII

Questo tratto di strada porta ad una rotatoria sul calendario.

Il calendario è una misura precauzionale. Le rotatorie 

procurano vortici nel sangue, riuscendo a prenderci in giro

- una rotatoria, in fondo, è un circolo vizioso, 

un paradosso della strada, come: io so che pare, e paio d’ossi.

VIII 

Sembrano parole insensate, e lo sono - non capisco perché, ma le sento. 

La fronte corrucciata, le arcate sopraccigliari aggrottate, 

un occhio sbieco nel cielo è la luna, e guarda torva, 

la partecipazione amara del taglio delle labbra,

di modo che, osservandomi, sembra deciso 

che siamo noi a fare la strada non il contrario.

E fare cammino non è fare niente, dico. 

 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 1 utente e 3927 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Fausto Raso