Scritto da © ferdinandocelinio - Dom, 11/11/2018 - 15:07
dimmi oh Dea
dal canto vetusto
e dalle forme ingenue
come il mio inutile inchiostro:
sarà il Nulla
a ereditare la terra?
o nell'ultimo fuoco
vi sarà una luce frizzante
come per i calici a festa di Francia?
vivranno i ratti,
i serpenti dalla gola rigonfia,
le pantegane di tutte le fogne,
gli scheletri
le mutilazioni
le urla;
o sarà l'ultimo brillo
dell'oro degli oceani
a diventare padrone delle cose?
da te attendo lumi, oh Musa,
che se mai una gloria d'Ambra
arrivasse al mio orecchio,
io sarei godurioso
come la gengiva evirata
dal dente che fa male.
dimmi e canta per me
la tua voce d'oracolo,
ch'io sono il tuo umile servo,
l'ascoltatore delle voci interiori,
lo scribacchino inerme.
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