Scritto da © Giovanni Perri - Mar, 16/10/2018 - 11:49
tra me che scrivo e me che abito la lingua ci sono muri andati in rovina e ombre di gatti, minestre di luci negli alti finestroni e una regina scalza sulle pietre. C’è Napoli, Padova, Vignone, il mio coro di voci, un tempo esatto per giocarci le croci e le dame, il ballo della morte, la poesia. Ci sono strade posate ad arte sui corpi, gente che mangia sui marciapiedi, ride di qualcosa, dimentica.
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