Scritto da © Marco valdo - Sab, 25/03/2017 - 20:14
Nel codice d'ubiquo essere
generando distanze
non credendo a se stesso
vado in adorazione di me
per il peregrinando suolo
in iniquo termine, protervo
rubo agli ultimi, in quanto primi
rigurgiti di suono e senso
Rimbombano, debolmente
balbuzienti blesi del bisogno
attanagliati da gentaglia
rimandano a domani
recupero di denari usurati
arti spezzate, da abili mani
artigiane e partigiane
Nella macchia del passato
unto dall'olio
si, santo e devoto
oligarchico, elitario
illetterato vocalizzo di consonanti
rimando al prosaico
in cerca di pace
spera nella speme
d'altrui bontà
Rivolto all'eterno, immoto
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