Ho messo un like al caos

Bella cosa la visione periferica, però non bisogna averne troppa.

Si finisce ai margini.

Si pensano cose tipo -avere una vita è come avere un cancro-, -ogni bambino riparte dalla preistoria- e…

Ed -ultimamente scrivo poco perché mi parlo poco- che magari sono convincenti per te e buio pesto per altri.

È come vivere dentro la terra pensando fuori dal cielo ad avere troppa visione periferica.

Ch’è peraltro una mia grande ambizione codesta, ma mi crea problemi.

Non mi capisce nessuno.

Tutti guardano nel rassicurante centro.

La realtà diventa tale e quale per i papaveri quand’ero giovane.

In uno sterminato campo di frumento intere masse infiammate ad ammirare loro ed io che vedevo quasi unicamente i fiordalisi.

Ch’estasiavo per i fiordalisi.

Ch’esaltavo i fiordalisi.

Insomma io non so.

Non so. 

Non so.

Non so se la via è quella a nord dell’ombelico e non so nemmeno se la via è quella a sud dell’ombelico e…

E l’indecisione si fa atroce in quanto i segnali continuano imperterriti a fluire contrastanti.

Incontro una mela ed il nord mi dice insignificante, non ho fame, ne ho già viste a tonnellate.

Incontro una mela ed il sud mi dice dilettevole, sono affamato uomo preistorico, chissà quanto tempo passerà prima d’incontrarne un’altra e…

Ed è una situazione seria.

Seria perché a modo suo nudista.

Ho un cancro, anzi no scusate una vita, che indubbiamente ed infallibilmente m’ucciderà ed io penso a parlarmi di più per tornare a  scrivere.

Eh sì!

Ad avere troppa visione periferica stroppia.

È pari vivere dentro la terra pensando fuori dal cielo e questo giro m’ha proprio infangato e sono desolato ed al tempo stesso compiaciuto.

Desolato in quanto ora mi sono svelato e compiaciuto in quanto al tempo stesso mi sono liberato.

Credo tutti gli autori possano tranquillamente convenire.

Effettivamente mi serve parlarmi di più per scrivere di più.

Devo scrivere!

Mi piace troppo…

Mi piace troppo…

Mi piace troppo… 

Leggermi.