Contavo d’arrivarci al più presto,
prima che la luce rosata dell’aurora
tingesse l’onde lievi,
volevo andar via, prendere il largo,
solo io e il gozzo color striato d’azzurro
mare e bianco d’insistente luna.
Avevo corso tutta la notte,
scendendo giù per l’irrequieta scogliera,
a tratti incontrando solo ombre inesistenti
che infiammavano ancor più la piaga
delle mie amiche le incertezze.
A tratti, come accade per quelle mie vie,
una stretta screpolata stradina
mi conduceva più veloce
verso la meta che anelavo,
timoroso tardi di raggiungerla.
Non c’erano gechi già sui muri screpolati
né serpi tra la scabra e fragrante erba salata,
io solo c’ero, e la mia corsa di fanciullo
invecchiato di sole di mare e di speranze.
Alfine giunsi sulla spiaggia calma
di sole e di rumore, i piedi nudi agitar
facevano la sottile rena. Ecco la mia vela.
E io solo, gli ormeggi sciolsi e presi il largo.
Antonio Ragone (Da "I passi sul sentiero sconosciuto" Liberidiscrivere.eu 2009)
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