Scritto da © Franco Pucci - Ven, 25/11/2016 - 09:16
Non so se quello strascicar il fiato,
-quell’illividito, afono epigramma-
custodito penosamente nel costato
abbia mai avuto pena di disvelarsi.
Non so se il tempo allora congelò
il mio profilo, diafano maratoneta
protagonista/figurante errabondo
per asettici corridoi notte e giorno.
O fu il dolore che celò i miei versi?
Di quei sentieri d’anima scorticati
m’è rimasto questo saio monacale
quasi che lo scarno poetare possa
beffare l’ombra che m’era accanto.
(senza lacci semantici anima mia
lungo quei corridoi -quelle corsie-
ho navigato i momenti della vita
accarezzando tra le dita la paura)
Dell’attesa.
-quell’illividito, afono epigramma-
custodito penosamente nel costato
abbia mai avuto pena di disvelarsi.
Non so se il tempo allora congelò
il mio profilo, diafano maratoneta
protagonista/figurante errabondo
per asettici corridoi notte e giorno.
O fu il dolore che celò i miei versi?
Di quei sentieri d’anima scorticati
m’è rimasto questo saio monacale
quasi che lo scarno poetare possa
beffare l’ombra che m’era accanto.
(senza lacci semantici anima mia
lungo quei corridoi -quelle corsie-
ho navigato i momenti della vita
accarezzando tra le dita la paura)
Dell’attesa.
»
- Blog di Franco Pucci
- 699 letture