Scritto da © gianbarly - Sab, 16/07/2016 - 12:59
Il naso della donna si avvicina al fiore, fin quasi a sfiorarne i petali di un rosso intenso. Ma non ne aspira subito il profumo; quasi senza avvedersene trattiene il respiro. È il riflesso del gesto che compiva quando era bambina: le piaceva così tanto il profumo dei fiori che, prima di inspirarlo, restava per qualche secondo con il naso sopra la corolla senza respirare, in modo da prepararsi a ricevere l’ondata di piacere che quel gesto le procurava.
Non è più la bambina di allora e l’accorgersi di aver ripetuto quel rituale la ferisce. Riapre gli occhi e guarda la rosa come se la vedesse per la prima volta. Improvvisamente quel fiore le fa orrore e lo scaglia lontano da sé con un gesto rabbioso. Il dolore le sale dal ventre, irradiandosi in tutto il suo corpo. Si piega su sé stessa, fino a poggiare la fronte sulle ginocchia. È possibile che sia diventata così diversa? Cosa è successo alla bambina che era allora? Dove è andata la sua allegria, l’ingenua attesa del futuro, la fiducia verso il mondo che la circondava? Quand’è che ha incominciato a perdersi?
Piange.
Non è più la bambina di allora e l’accorgersi di aver ripetuto quel rituale la ferisce. Riapre gli occhi e guarda la rosa come se la vedesse per la prima volta. Improvvisamente quel fiore le fa orrore e lo scaglia lontano da sé con un gesto rabbioso. Il dolore le sale dal ventre, irradiandosi in tutto il suo corpo. Si piega su sé stessa, fino a poggiare la fronte sulle ginocchia. È possibile che sia diventata così diversa? Cosa è successo alla bambina che era allora? Dove è andata la sua allegria, l’ingenua attesa del futuro, la fiducia verso il mondo che la circondava? Quand’è che ha incominciato a perdersi?
Piange.
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