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III° Capitolo - Stesura definitiva

                             Terzo Capitolo
                                             Dedicato a Captain FitzRoy
 
 
Il Bregma del Rap o la Regola d'oro, ovverosia il rapper autenticamente originario.
Composizione su rimandi.
 
Rilettura degli appunti: quaderno a quadretti n.4
 
Non mi basta più di essere in tre: tre figli di puttana. Io di Marianne, Tarcisio dell'etiope (probabilmente una ragazzina del "bel suol d'amore" (cosa c'entra Tripoli? Era, l'amore, il nostro sogno di un impero) incinta di qualche soldato italiano occupante che alla fine dell'occupazione ha benedetto il suo, di cielo, quando s'è vista sgravare del peso di quel bambino) e Filippo, mio compagno di fatica e di giochi nella Casa di tolleranza di Via  Beccalossi.   No, voglio giocarmela.
A proposito:- di chi è figlio Filippo? Ecco una cosa di cui mi devo ricordare quando esco: che nome abbia sua madre, chi era delle sette o otto esclusa la leccese.
Se mai vi siete chiesti perché mi sia incazzato così tanto con il figlio del carabiniere, per un semplice "semiquotidiano figlio di puttana", magari non detto, ma ugualmente trasparente (non ne va esente nessuno) questo pezzo rap fa al caso nostro.
Perché quel giorno lo diceva sul serio, non perché Filippo gli avesse rifilato una maglietta che gli si è stinta tra le mani alle prime gocce di pioggia rivelando di essere stata colorata una prima volta in grigio e poi ritinta in fretta e furia in nero senza fissaggio; mi ha inseguito perché il padre, in casa, si era lasciato sfuggire, forse l'aveva detto a bella posta, che nella sua classe c'erano due figli di puttane, proprio puttane uscite da un casino, i quali, invece di palestrarsi e guardarsi davanti allo specchio come un "Narcisio d'un finocchio", gli mangiavano di una spanna sulla testa, facendo perdere la faccia a figlio e padre.
Poi valli a capire questi rappresentanti, persone rispettabilissime che idee si tiran su, che pensieri coltivino. Cos'abbia voluto dire di preciso il padre alzandosi dalla sedia, a cena, a tavola, arrivando a un centrimetro sul muso del figlio, sputandogli fuori dai denti, in quella tragica evenienza, frammenti di rosamarina e  un digrignante "sceccu!" intero.
Ma lasciamo queste digressioni. Cosa importa? Dicevo: Insanabile dicotomia, questa del Bregma o Regola d'oro: questo doppio imbuto, la sineddoche, poiché Una parte del cranio, per la frattura originaria, non può mai conoscere quanta forza sia rimasta all'Altra parte.
Infatti, lì, nel Bregma, dove l'unione fu tentata abbattendo barriere, spianando strade per riuscire a creare un cervello unico, un grande continente, al contrario continuano a scontrarsi intere piattaforme, spinte prepotentemente da quella che avanza, ma forse tutte e due avanzano, e quella, diciamo, che resiste credendo che le forze sue siano superiori. Lì, nel bregma, catene si innalzano ad altezze inverosimili a segno di limiti non concessi al rispettivo terreno.
Terreno = terra o terreno = intelligenza umana?
Da cui, poco più di tre miliardi e mezzo di persone ora segnano il passo contro tre miliardi e mezzo di altre persone variamente distribuite in questo mondo.. A volte, e per fortuna, terra spezzettata, fratturatasi a sua volta dietro le sopra dette spinte potentissime, ma più traverse, parrebbe meno frontali. Terre da conquistare, direte, ma anche le conquiste subiscono raffreddamenti una volta in superfice. Una volta che il magma si raffredda man mano.
Tutti i contendenti su una cosa sono concordi, che le religioni che sono a supporto di questi movimenti, i Credi, una volta avvenuto il grande Raffreddamento, spariranno con la terra, con il sole, con questa galassia, con questo universo. Saranno avocate a se, pare, e spariranno. E dove spariranno, in qualche buco nero gigante i nostri corpi, i nostri spiriti, e insieme i Credi?
Dovranno subire un giudizio finale che nuovamente li separi, se mai veramente sono stati non infantilmente, nelle nostre suggestioni,  uniti?
Si parla qui di profondissime correnti sotterranee generate dal Chaos, racchiuse, riscaldate da magma allo stato tra il liquido ed il raffreddamento via via affiorante, che ne costituisce poi la superfice, senza nulla togliere alla natura delle cose.
Si parla dei supporti simbolici delle Religioni cosiddette abramitiche o monoteistiche e degli altri supporti come l'Hinduismo e via via. Che ancor meno si hanno, da parte nostra, presenti.
Noi e Loro: Noi e gli Altri. Dalla cui antitesi o coscienza nasce la Sintesi, o Regola d'oro, altrimenti detta sineddoche,  Bregma, dettata come prima regola da tutte e tre le religioni abramitiche e da quelle, forse, da cui hanno avuto origine per reazione
 
La prima volta, probabilmente, la famosa sintesi-reazione di cui qui si parla, la potrete trovare nei Libri fondanti dell'ebraismo; cercando ulteriormente, nei Libri della creazione: gli ante Libri dei Profeti, i pre-esilici. (Nella Torah in generale, per i profani) poi riportati a simbiosi.
Ancora, forse, i prodromi li troverete nei Veda, i Libri sacri dell' hinduismo, la prima delle grandi religioni comparse, la più antica, la meno spiritualmente sfilacciata tra quelle ufficiali.
- La seconda volta, la sintesi la troverete nei Libri sacri cristiani.
- La terza, nei Libri sacri islamici.
Questi 3 ultimi grandi Dettati seguono, parliamo di tre miliardi e mezzo di persone, non di frutta secca, (meriterebbe di parlarne, del famoso italian show) nonostante vi sia un logica fondamentalmente unica, seguono, ripeto, tre diverse varianti. secondo il metodo temporale. quello della Cronologia.
Ora ci basti ficcarcene bene su una chiavetta per portarcela dietro, i capisaldi comuni:
per l'ebraismo: yehudim e goyim
per il cristianesimo. osservanti ed eretici (prima ancora: cristiani e pagani o)
per l'islamismo: fedeli e infedeli.
Ai blocchi di partenza, quindi, in questi fenomeni di future moltitudini di uomini già si presenta questa netta distinzione: O-O
-o yehudim o goyim
-o cristiani o pagani
-o fedeli o infedeli
Ora scriviamola questa Regola d'oro. Nelle tre versioni ufficiali: perché, se scritto, perché sennò, verba volant scripta manent.
Insomma, la definizione in negativo di Sinonimo: Contrario.
 
Io, però, preferisco informarvi che allo stato attuale sono in viaggio. Sono diretto verso il Bongo, che non è un giochetto di parole come qualcuno potrebbe pensare, tantomeno l'inizio di un refrain di una canzone rispettabilissima, ma, guardando bene su Wikipedia, è precisamente per noi aspiranti anglofoni, il Bengala, il subcontinente di un subcontinente. Come le Galapagos dell'Oceano Pacifico.
Ricordate il Beagle, che non è solo e principalmente un cane prodigioso, cosa riconoscibilissima nella cultura internettiana, googleeana, delle priorità, ma il nome di un brigantino della Royal Navy sulla quale Darwin, sfruttando ignominosamente le conoscenze di Captain FitzRoy, si è fatto scarrozzare?
Bene. Bisogna dirle, bisogna raccontarle queste cose: come quell'uomo, quel bravo gentiluomo navale, buttatosi a mare invece di rimanersene nella sua casa di campagna inglese, si sia ridotto all'ultimo ad aggirarsi in fondo ad una sala di un'istituzione vecchia come il cucco dopo una conferenza in cui questo Darwin aveva grossomodo esposto, spinto da una certa fretta, le sintesi della sua pubblicazione “Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita”, non so se borbottando, oppure urlando che, se avesse saputo la serpe che aveva portato in seno sulla propria nave, se fosse potuto tornare indietro, mai l'avrebbe fatto; mai e poi mai.
Sono su un turbo jumbo, posto segnato sul biglietto n. 107, in effetti in coda, della Bangladesh Airway, diretto da N.Delhi a Calcutta.
É probabile che lì, nel fitto di quel vasto delta, si trovino ancora quei gattoni capaci, pur se così lunghi, grossi, pesanti più di un uomo, di arrampicarsi sugli alberi e di un punto preciso, da un ramo che non ha fatto alcun rumore mentre stavi per passargli sotto, gettarsi sulle tue spalle in quel momento rendendoti evidente che non sono né bianchi né neri né grigi, né di una altra qualsiasi omogeneità. Sopra tutto, che ormai, contro i loro unghioni, contro il loro fiato, tu uomo non puoi più farci altro che iniziare ad avere una forte emorragia che ti condurrà, squassato o meno nelle membra, alla semplice morte. E non ha gli occhi dei tuoi gatti domestici, longitudinali, ma occhi normalissimi, con una pupilla rotonda come la nostra, cornee normali, il che ti sembra normale, i quali ti gravano ormai oltre le spalle e la testa e con i quali ti guarda, ti accarezza con i baffi senza alcuna necessità di stringere la stessa pupilla a seconda della luce, perché, o giorno o notte che sia, è lei a trovarsi nel proprio territorio. Ad aver ragione. Inoltre, pensa che non ci sei più abituato. E se fossi preoccupato principalmente di rimirartele, le unghie, alzandoti le dita davanti, troveresti, anche senza vederle, che quelle sue che ti ritrovi appese profondamente dentro la carne, nascoste come i ganci per metà bovini delle palestre horror dei film di Sylvester Stallone, quel brindellone di prototipo buono di pugile, troveresti che quelle hanno indubbiamente qualcosa in più. Non sgarrano di un millimetro dalla loro efficacia.
Il che, in qualcuno, può provocare senso di terrore fino ad abbandonare, paralizzato, la partita. Ad abbandonarla comunque, pur non avendo mai visto quelle unghie.
 
 
Calcutta.
È il fiorire dei colori. Aperti, scoperchiati da sopra, continuano ad appariti davanti, di schiena, di lato. Manca solo che ti appaiano da sotto. Dal colore del sole a quello del buio, passaggi obbligati per quello del grigio delle strade sulle quali tutto viene ammassato, steso e sui quali alfalti si drizza e si muovono da una stasi, solo al momento, apparente. Nulla mai tace, a Calcutta. Nemmeno nelle ore più umide, insopportabili, quando gli umani non tacciono, ma perlomeno affievoliscono di voce. In quelle ore si alza il grido degli uccelli.
È qui che, probabilmente, gli inglesi dell'impero, per questa terra delle 100.000 sfaccettature, i dominatori si inventarono i ventilatori a soffitto annunciando ai ventagli più preziosi, manualmente sofisticati, di non aver proseguito invano nella corsa dalle ruote: di essere ormai alla brutale modernità. Era da un pezzetto che ci provavano.
….........................
Noterella in difesa del politeismo* Tra Chaos e in progress
Giusto per proseguire, (sono a corto d'inventiva) leggo oggi 1.5 2016 sulla stampa quotidiana, che da Singapore al Texas, stazionano in alto mare 125 enormi navi cisterna ripiene di petrolio, le quali stanno aspettando, per riversarlo nelle cisterne a terra, che aumenti il prezzo del greggio. Ora, io non seguo il trend di questo mercato, ma, mi chiedo quali sono i prezzi che si aspettavano, e mi chiedo inoltre a che prezzo l'han comprato. Non è la prima volta che in una petroliera si apre una falla che riversa, per un qualsiasi incidente, in mare.
Mi chiedo anche, per completare questa noterella, perché abbiano abolito il veccchio dio dei mari Poseidone, o il latino Nettuno, ché gli sarebbe bastato tirar fuori il corruccio dalle acque perché questi giganti remassero, o veleggiassero, ad ancorarsi in una qualche rada, la più possibile vicina.
 
Dicevo che ora sono a Calcutta. Non me la sono sentita di fare scalo a Bombay-Mumbai dalla mia fidanzata Elish.
Senza un filo di grasso, una protuberanza, niente! Solo capelli: come il Kim di Kipling R. Solo capelli!
Ma che attrattiva può mai esserci in una femmina così? Con che faccia mi invii una foto?
Passi nemmeno un pelo inguinale, un ascellare; visto che sei scura quasi come un'africana, una peluria leggera sopra il labbro superiore, un proseguimento nella basetta. Insomma qualcosa di leggerissimamente peloso. Niente di niente, tranne quell'accenno: la diversificazione sessuale!
Come è possibile abbassare le palpebre, virtualmente arrivare a te? Accarezzarti, soffermarsi su di te, in assenza di qualunque segno, non dico primario, ma qualcosa di più, appena di più, dell'essenziale?
Sono bastanti l'intelligenza, la tenerezza, le aspettative, ad accendere gli stimoli? Se si trattasse di un'illusione, come la nana bambina della foto nella tasca posteriore dei miei jeans?
-Me lo assicuri che non sei una nana bambina? Accidenti, questi sms. Ancora gli allegati. Pesano, oh! Sei passata dalla messaggistica a WA?
- Dove sei? In viaggio? Sei arrivato da qualche parte? Sei fermo? Cosa fai? Mi sono fatta un altro selfie. Qui appaio più matura, comunque diversa: mi è nato un brufolo sul seno destro, hai visto, vedi?
- Mai sentito di uno stupro di una racchia da parte di quei compagnoni degli Olimpici; neanche da parte dei loro antenati pre-olempici. M'hai sentito?
- A meno che non si voglia considerare stupro, ma qui si parla di un'altra civiltà profondamente discorde, quello di Sarah da parte dell'Abramo, suo fratellastro. Ma no, era consenziante lei, a quel che si legge, “consensual”, da linguaggio ex porno-grafico. D'altra parte non avrebbe saputo che peschi prendere. In tutto educata ad obbedire al marito che fino ad allora l'aveva comandata qua e là!
- Pure se vecchi, però, indubbiamente racchi! C'era un motivo per cui avevano ripreso a trombare, ed era il solito quando un uomo e una donna nella convivenza hanno consumato quasi tutte le cartucce: la Gelosia di questa ultracentenaria (altro che settancinquenne! Altro che famosa per la sua bellezza. Credo solo parzialmente alla sincerità, purtroppo) della Sarah verso la sua schiava Agar, madre di Ismaele. Cosa pretesa da quell'insano del primo fondatore o da lui alla grande accettata. Suppongo.
- E l'Ismaele? Beh, sulla scia delle orme paterne, facile auguirlo: ti popola un secondo territorio! Non tanto perché la Agar non avrebbe potuto fermarsi, ricomparire nel giro di una trentina di chilometri dalla tenda abramitica; ma, proprio perché costei voleva andarsene distante, non voleva più averci a che fare con quei due!
- Qui peccato d'orgoglio! Non era già stato scritto? Sei in WA, in diretta, in chat, lazzeroncella? Ecco il perché dell'allegato.
 
 
 
 
Li avresti scambiati per capezzoli.
 
- Una comitiva di zecche!
- Si, così si crea la condivisione. Ok, ci si potrebbe anche divertire da soli, ma poi a chi lo racconti, che la gente non ti crede? In quel modo, invece, ognuna di esse avrebbe potuto partecipare e se la sarebbero risa insieme, la mia pubertà.
 
- Soffri?
- Sono andata da quella che fa i preservativi, oggi. Ha otto mesi più di me, non di più. Non ci crederai, ma sotto le ascelle è già piena di peli lunghi un mignolo! Puzza come una capretta. Li voglio anch'io!
- No. Chiedevo: soffri per quel pizzico, o morso o che so io?
- Ma quale pizzico? Un foruncolo...foruncolo. Non si distingue nella fotografia?
- Credo che tu sia pazza! Non posso impazzire con te!
- Qui volevi arrivare: Non ti piaccio più. Ti è bastato un mese di assenza per dimenticarmi. Un uomo senza cuore, nessun sentimento: an anaffective man!
- Elish...
- Sto piangendo...mi fai piangere.
- Sto ridendo da pazzi. Un brufolo al posto del capezzolo!
- Eppure... a me sembrava...questo gonfiore...
- Siamo seri!
- Non hai compreso il valore del matrimonio, tantomemo quello del fidanzamento e vuoi che siamo seri? Non hai compreso il valore di una parola e vuoi che siamo seri?
- Sono a Calcutta!
- Sei passato di qua e non ti sei fermato?
- Ho pensato, al mio ritorno...mi fermo al ritorno.
- Perché devi consegnarmi l'anello, i braccialetti...li hai comprati, almeno? Dove? Dal gioelliere hanno detto che non sei più passato.
- Si, si.
- Mi fai stare in pensiero. Ma che cazzo di mentalità avere voi dell'Occidente?
- Avete.
- Vabbè, avete Li hai con te?
- Li ho lasciati al negozio dell'aeroporto, lì a Mumbai.
- Hai in tasca la ricevuta? Fai la foto, inviamela. Non mi fido di quelli dell'aeroporto, gentaccia, sconosciuti! Vado a vedere io. Questi, almeno, sono quatant'anni che sono qua a cento metri da casa mia; sono venuti con i miei bis-bisnonni. Saranno anche cari, ma è gente onesta. Naturalmente, non li ritiro; lascio a te, di portarmeli.
- Elish
- Manuel
- Ci possiamo sposare dopo che...?
- Prima deve sposarsi mia sorella; dopo di allora dovrà passare un anno, ma te l'ho già spiegato.
- Elish...in questa foto non si vede niente
- Cosa vuoi che si veda, stupidino? Chissà quante donne lì a Calcutta?
- Eh si!
- Non andare a prostitute. Guai a te!
- Gelosa?
- Non ne hai bisogno.
- Come non ne ho bisogno?
- Hai me.
- Si. Ma con te...!?
- Ti manca il sesso?
- Beh, qualche volta. Anzi, quasi sempre.
- La lettura e la pratica. Un'altra cosa in comune.
- In comune?
- Ma si. Se tu fossi ebreo osservante, il Talmud, e via discorrendo... musulmano il Corano...cristiano...già meno cubo...
- Ah! A proposito di ebrei...la sai l'u...?
- Telefonami, ora che sei in India. Mi si stancano le dita. No, aspetta, non chiudere la chat...
- No?
- Mi sono accorta che ne vengono di più, di pensieri, intanto che sono ferma con le dita sui tasti; la lentezza, sai?
- Ok, come vuoi. Spendo anche meno...
- Ad esempio, ora, mi è venuto in mente che ci sia pure, da una qualche parte, una dea...
- Una dea?
- O un insetto, tipo una farfalla che non faccia paura...che ti fa...
- Uffa!
-...da pregare...che ti viene a visitare...di notte...che non lo vedi...
- E puff...al prossimo selfie...
- Sii...
----------
Sono qui. Seduto a metà circa di una scalinata, a guardarmi lo spettacolo di una variopinta senza capo né coda bailamme di sopravvivenza. Si sparge sotto i miei occhi, sotto i sensi, con l'unico limite delle strade che se la contendono e nel contempo chatto con Elish.
- Elish! É uno spettacolo!
- Che cosa amor mio?
- È indescrivibile quel che vedo.
- Preferisci vederlo da solo?
- No. Però avrei necessità di avvicinarla.
- Chi?
- Una Vecchia senza età. È seduta sul mio stesso gradino, ma all'altra estremità.
- Ti lascio, così puoi spostarti liberamente. Avvicinarti.
- Ti chiamo.
 
Ho interrotto la chat e, camminando su e giù per i diversi gradini a seconda degli spazi pieni e vuoti, ho raggiunto la donna.
Non ho alcuna intenzione di disturbarla, anche per un senso di rispetto, di presagio, ma sono attirato dalla sua puntualità. Mi sono fermato a circa dieci metri di lei, per meglio osservarla.
Che non sia cieca è evidente: scorre la finestra dello spazio che ha davanti da sinistra a destra, in modo continuo, sinusoidale, alquanto lentamente come volesse imprimerlo nella memoria e, arrivata al fine corsa, solo in quel momento socchiude le palpebre. Poi sposta velocemente il capo per ricominciare da dove è partita. L'ha fatto da quando sono seduto lì. Tre ore intere di impassibilità impegnata. Nulla che l'abbia scossa. E, sempre, quel movimento da pendolo asincrono, uguale da quando ha iniziato: un metronomo comandato da una qualche volontà interna esterna di memorizzazione: “il mio, personale, agente a Calcutta.”
 
Sarei tentato di porle la domanda “Cosa vedi?” Ma mi trattengo. Provo, invece, a copiare i suoi movimenti.
All'inizio, ottengo solamente un leggero senso di stordimento, datomi dalla prima vertebra cervicale posta in moto; infine, con la sua liberazione e sbloccamento, una specie di purità della vista e dell'udito. Guardo, e mi sembra di non vedere più nulla: né la gente, né le cose. Ho la sensazione che persino i rumori che, eppure, qualche minuto prima, frastornavano l'aria, si siano attenuati.
È una specie di santona! Ha scelto quel gradino per le sue purificazioni! Credevo, prima d'ora, che questi esercizi, questo percorso, fosse riservato al solo genere maschile. Invece, eccola là: una donna. In perfetta solitudine.
Ora incrocia i calcagni nella posizione del loto ed alza il bacino di qualche centimetro dal cemento del gradino, poggiandosi unicamente sulla sola unghia del dito indice della mano sinistra. Pare una statua umana. Ha raggiunto l'impertubabilità. Il suo sguardo, adesso, è fisso sul mondo; che non la tocca più. Se non fosse per le pupille, che continuano a girare da sinistra a destra; con lo stesso andamento a sinusoide.
È un uomo! Prima, aveva completamente ritratto il pomo d'adamo; che ha rilasciato.
Uscire fuori dal mondo! Superarlo! Perché?
Non ci hanno insegnato a lottare allo stremo, per superare i problemi che la vita presenta? Superarli o morire?
Quale differenza sostanziale tra ciò che rappresentano questo santone e l'Epica, con l'eroe del mondo greco tramandato al mondo occidentale sin da Omero!
La nostra Etica, il nostro, in fin dei conti, essere laici fin nel midollo! Perché tutti noi, chi più chi meno, ci sentiamo omerici, imbevuti suoi figli, vero?
Dico noi, quelli feriti a morte, da quest'alternativa. Quelli per cui il mondo termina con se stessi.
Una cosa erano gli dei, il Dio, una cosa l'uomo. Dopo la vita/morte, non si sarebbero mai più incontrati. L'Ade!
Il luogo, il futuro degli uomini. Plutone dio, chiudeva il nostro ciclo di comuni mortali: nato per questo.
“Che bella storia quella di Kore, la nipotina.” Mi fa eco il vecchio yogi.
Ma io non avevo aperto bocca: questi erano pensieri miei!
- L'unica figlia di sua sorella Demetra, strappata via per i suoi capelli. Prosegue lui. “Sorella vera, non sorellastra. Che famigliola! Zeus in testa, Plutone in coda. Veramente una bella famigliola mi porti ad esempio!”
“Ho parlato, nella mia mente, solo degli uomini, degli Eroi, non dei loro dei.” Gli rispondo con la stessa modalità di trasmissione, il pensiero, così come mi si era rivolto il santone.
E questi mi ha capito.
Ce l'ho fatta! Come si chiama? Trance? Epilessia? Tranfert? Come cavolo si chiama? Insomma, stiamo dialogando, passandoci quel che vogliamo passarci per continuare a comprenderci e ce ne stiamo fermi come due stoccafissi:
Senza darlo a vedere!
- Io la chiamo conquista della tecnica. Insieme dello Spirito. Il Nirvana. Fa lui.
- Tu! Ma io? Gli faccio. “ Io non ho passato una vita a fare yoga, né penso di iniziare mai; né sono stato mai (sic!) da uno strizzone o uno strizzino e, nemmeno, conosco il tuo dialetto. Sto qui perché non ho un cazzo da fare.”
- Dai! Fa uno sforzo. É facile: la telepatia!
Stavolta t'ho beccato! Per me ti sei mosso. Hai lasciato stare il sinusoide, hai rovesciato gli occhi al cielo e ci sei rimasto tinco!
- No! Ho rallentato al massimo il mio ciclo vitale. La morte apparente!
- E perché? Per farti un'anteprima? E poi? Dove vuoi arrivare?
- Nir-va-na!
- Ah! Un baro: né dolore, né piacere! Pensi sia questo il superamento della nostra vita terrena? Ma se non sai cosa succede di là, in quello che continui a chiamare Nulla? Tu lo sai? Tu immagini soltanto! Di là", trattandosi materialmente di realtà fisiche, (negalo questo, altrimenti) se provi ad andarci basandoti su un elemento fideistico, (chiamalo pure spirituale cioé) per quanto mi riguarda, scazzi! E, ora, fai pure gli occhi da matto! Se invece pensi che il Nir-va-na sia utile per noi, qui, sulla terra, per la serenità della nostra mente, durante la nostra vita, per cortesia, non chiamare in causa il "di là". Di cui conosciamo poco o niente; come poco o niente sappiamo della terra, dei regni della terra: animale, minerale, o vegetale che siano; terra in cui viviamo. Lo ammetti?
---------
Da WA: file- trascrizione
- Tragenders?
- Mi invii la foto delle ricevute?
. Cazzo Elish, proprio adesso che sto parlando in telepatia con un santone...!
- Non era una vecchia?
- No, è un vecchio...ha il gozzo!
- Valle di fronte!
- Valle?
- Guardala da vicino, sta lì!
- Ma dai...
- A proposito delle metamorfosi, dell'evoluzione, di Darwin. Ne ha parlato anche un giornale in italia: la mutazione genetica. Ti mando il link: Repubblica.It
: Repubblica dominicana . sembrano_bambine_ma_a_12_anni_diventano_maschi-
- Trasgenders?
- Vabbè, quella o quello sarà pure una/un bramino ritardato che si fa crescere le unghie a dismisura e sarà pure indiana/o, ma mai fidarsi! Sicuro che non ti piaccio neanche un po' senza peli? E se cambio? Se smettono di crescermi le gambe come alla donna che mi fa da madre? Se divento maschio?
- Quante paure Elish. Non puoi vivere così!
- Promesso? Non voglio più aspettare. Voglio l'anello e i braccialetti. E baciarti. Cosa ci stai a fare a Calcutta? È pericolosa, non è Mumbai. Vedo quando hai il primo aereo?
- Ha sempre il gozzo!
- Te ne ho trovato uno alle 9,00, domattina; arrivi a mezzogiorno. Scrivimi qui gli estremi della tua carta di credito. Prenoto: solo andata. Non vedo l'ora di averti tra le braccia. Sei sempre bello? Ti arriverà il numero del codice di prenotazione sul telefonino.
Lo feci per amore. Scrissi il numero della carta, la stessa con la quale avevo comprato il materasso per Elish, la data di scadenza. Per un caso fortuito (il sole di Calcutta negli occhi? Una preveggenza?) sbagliai il solo Cvv. Dopo un minuto mi arrivò il messaggio della Jet Trades Company& Co.: carta di credito....transazione $ 169,600- transazione rifiutata- Predisporre nuovo ordine.
A Mumbai, però, ci tornai ugualmente. Tornai a quell'indirizzo. Da anni, quella specie di rudere pericolante era disabitato, così come i vicoli tutt'intorno. Anni e anni addietro, prima della formulazione del nuovo piano urbanistico, più volte ripresentato, il quartiere aveva costituito una sorta di attrazione turistica; fine non più condiviso dalle nuove amministrazioni succedutesi nel tempo.
Tutti parevano essersene dimenticati, o desideravano dimenticarsene della foto che mostrai loro: quella della prostituta bambina ritratta sulla soglia di casa.
“ Anche se è vero che in genere le pratiche sessuali, per effetto della differenza del nostro clima con quello europeo, quindi suppongo genetica, possono risultare anticipate rispetto a... Nei fatti, rimangono, nella tradizione, le promesse di matrimonio dove le bambine vengono scelte dalla famiglia dello sposo già in età preadolescenziale od ancor prima, per corrispondenza, ossia per conoscenza personale, e non sono rari i casi di stupro sanati a matrimonio avvenuto. L'ultima sentenza della Corte Suprema, in merito, tende a chiarire le condizioni di ammissibilità di quelle che, ad un mondo estraneo, apparirebbero fuorvianti...”
 
Di Elish, naturalmente, di tutti i suoi amici, più alcuna notizia. Anche il mercatino permanente del rione, i negozietti artigianali, erano scomparsi.
L'architetto  dell'ufficio urbanistica della città di Mumbai  era compreso della propria missione, "Per attirare investitori internazionali dobbiamo rinnovare. Lei capisce...ogni dettaglio di questo quartiere è stato riprogettato...in questo spazio sorgeranno tre enormi centri commerciali, un parcheggio qui, tre entrate/ uscite della rete della metropolitana sotterranea. Tutto quel che era prima, rimosso...o recuperato, a seconda. Non possiamo gettar via nemmeno la polvere."
 
Intanto che ero in visita al cantiere mi arrivò un sibilo sulla WA. Era da anni che non sentivo quel sibilo: Elish
- Che stronzo!
- Piccolina, da quanto non ci si sente!
- Per nemmeno 170,000 dollari! Hai fatto la figura del sorcio!
- Ma cosa ci avresti fatto?
- Cosa ci ho fatto, vuoi dire. Ti avrei ucciso quasi! I miei amici, le mie amiche: " Con quale paria ti sei messa?"
- Un biglietto d'aereo 179,600 $!
- Il biglietto dell'aereo, già. Te lo avrei prenotato immediatamente dopo. Ma la prima transazione era già stata rifiutata. Mi sono detta “è uno stronzo come un altro. Vaffanculo!” E ho fatto l'affare con la fideiussione di Azmir. Te lo ricordi il camiciaio? Ora siamo sposati. Ha avuto fiducia in me e mi ha avuta.
- Ho un estremo piacere. Le mie congratulazioni e auguri per la famiglia, e per gli affari...
- Non eri innamorato come lo ero io...
- Forse. Però mi stavo affezionando...
- Cosa stai facendo? Dove sei?
- Alcuni affari mi sono andati bene...A Mumbai, sono a Mumbai!
- Ma dai!
- Si. Scusa un attimo, sono con l'architetto. Architetto scusi, solo un attimo. Tu?
- Ti sei dato all'edilizia?
- Ma no, Ho creato un piccolo Fondo d'investimento.
- Non sarai mica tu quello che finanzia il rifacimento del nostro quartiere? Centri commerciali e via dicendo...
- In parte, in parte...potrebbe essere, un giorno...me lo stanno solo illustrando.
- Posso vederti? Vuoi venire da me? Abitiamo poco distanti da quel quartiere.
Ed Elish mi fornì il proprio indirizzo.
A quel punto congedai l'architetto, confermandogli l'indirizzo dello studio legale di Mumbai presso il quale avrebbe dovuto, l'indomani, continuare a parlarmi, più nei dettagli, del progetto.
A sera, all'albergo, venne a prendermi, alle 20, 30, una limousine nera.
Azmir, il camiciaio, era venuto con i sandali marroni fino al cancello. Salì di fianco all'autista e la limousine proseguì per il viale bianco in salita fino alla casa.
Sulla veranda in legno ricoperta da una pianta tropicale da furore, in sari giallo oro dal collo ai piedi, ci aspettava Elish. La quale mi venne incontro piegando leggermente la fronte con il suo bollino rosso al centro e le mani giunte sul petto.
Come temuto, aveva perso, con la maturazione sessuale, tutto lo slancio promesso da quelle ginocchia dinoccolate, le caviglie sottilissime da airone. Ora era un donna che portava nella circonferenza dei fianchi i segni non smaltiti delle due gravidanze, non era una nana come la madre, e il viso possedeva la paffutezza diffusa delle donne del Paese, così come avevo avuto modo di vedere.
All'alba, dopo la laboriosa speziatissima cena che Amziz e i suoi due fratelli avevano voluto offrirmi nonostante i suggerimenti di Elish, mi trovai a dar di stomaco nel grande bagno della mia stanza. Un'oretta dopo, la stessa Elish mi raggiunse sulla veranda dov'ero sceso a prendere aria.
- Quando pensi d'aver finito con lo studio legale e l'architetto?
- Vuoi dire stasera?
- Si, stasera.
- Mh!
- Mh, al solito devo fare tutto io! Divorzio, le bambine! Non gliele lascio.
- Direi che...alle 18,00 potrei aver finito.
- Allora t'aspetto al Mumbai Hotel. Quando arrivi, arrivi. Più tardi do tutte le disposizioni per il trasferimento del tuo bagaglio.
- Aspettami per l'ora di cena.
- Sei anche tu sposato?
- Convivo.
- Le dispiacerà se convivi anche con me? Mi ami?
- Si, e si! È gelosa.
- Siamo tutte gelose. È connaturato alla nostra natura. Non siamo solo puttane.
Quella notte, nella suite presidenziale del Mumbai, che le era permanentemente riservata in quanto proprietaria della società che lo possedeva, ebbi interamente Elish. Ella ebbe il suo sogno ed io la mia curiosità. Le dita dei suoi piedi erano malate di un precoce rachitismo, piegate a metà delle falangi e quasi sollevate rispetto al prezioso parquet del pavimento. Nonostante, come ho detto, non si potesse definirla nana, la sua fronte mi poggiava sul petto. Per baciarla fui costretto a sollevarle con le mani il mento. Ma sfoggiava un alito di una purezza che nulla aveva da invidiare all'Himalaya nonostante fino al mattino avesse spompinato quel maiale di Amrit.
- Non potrai crederci, ma è così. Per la prima volta ci ho avuto gusto al pensiero che stavo deglutendo, nonostante solo lui ne impazzisse, lo sperma dell'uomo che si era fatto avanti al posto tuo, senza alcun rispetto, né prestigio. Ma ero sola e delusa.
- Non credo riuscisse ad imporsi con la sua volontà su di te.
- No, ma lo volevo far felice. Gli ero grata di avermi fatto sentire donna.Non ero solo una mente sognante, una bambina secca secca senza nemmeno un pelo. Sai cos'ho comprato con la fideiussione di Amrit e i suoi fratelli di centosettantamila dollari?
- Dimmi.
- Una partita di costumi di nuoto di Prada, neri, da gara. Per bambine dai sei agli undici anni. Doveva esserci una specie di campionato mondiale di nuoto acrobatico, poi la cosa s'è impuntata ed anche la commessa. Ma la belleza di quei corpicini...La prima a provarlo sono stata io. Ho trovato uno specchio, mi è parso il paradiso.
- Si è rivelato un affare.
- Venduti a sette volte. Ne avessi avuti.
- Così vanno gli affari.
- Quanto ti ho rimpianto.
- E perché? Io non ti ho nemmeno chiesto spiegazione sull'equivoco.
- Perché la mia gioia sarebbe stata infinita. Fare affari insieme, essere fortunati insieme.
- Mi fai sentire un verme. Convivo con mia madre e l'amante di lei. Facciamo l'amore insieme. É un amore doppiamente incestuoso.
- Che bello!
- Non tanto. Sono continue rivendicazioni violente.
- Sei violento con tua madre?
- Si, le voglio far male. E lei a me.
- Ci gode da vera troia, vero?
- Mi provoca, lo vuole. E l'altra, Corinne, si sente la nostra vera madre. Un sesso che mi snerva. Senza pietà, senza riposo. Assassini pronti a sventrarci. Credo che un giorno o l'altro, magari nel sonno...
- Tu cosa credi che cerchi una donna?
- Di dormire anche lei, arrivata ad un certo punto.
- Sei troppo alto. Viene, andiamo nel letto. Accendo il condizionatore. Ti piace se ti succhio le dita dei piedi, o ti fa solletico? Le tue dita sono senza peli, pulite. Sono bianche, dritte! Vedi le mie, invece?
- Ti porto in camera in braccio, come si fa da noi. Azzo se pesi, ma ce la faccio.
- Ti ricompenserò. Ma non cadermi a ruzzoloni.
- Ora sarai piena di peli.
- Vedrai. Faccio un saltello e m'aggrappo al tuo collo. Prendimi eh!
- Che tipo!
- Non prendo la pillola.
- Perché?
- Per tenere a bada l'irsutismo di cui soffro. Un'altra pena, da quando m'è scoppiato.
- Raggiungiamo il buio. Al risveglio preferisco avere molto sole negli occhi.
- Quante pretese.
Rimanemmo in camera una quarantina di giorni, avvertendo i nostri più stretti collaboratori con il classico "do not disturb". Elish rimase incinta al trentatreesimo. O, perlomeno, fu, per la seconda volta al trentatreesimo giorno, che urinò in una delle due provette che il medico dell'albergo le aveva consegnato e si lanciò in un'arzigogolata bestemmia nel suo dialetto mombanese.
A me:
- Oh finalmente amore. Adesso possiamo trombare in piena libertà! Quanti figli vuoi, undici, quindici?
- Diventi una botte.
- Tanto a te piaccio lo stesso.
- Col cazzo. Non t'approffittare. Devo partire.
- E io?
- Tu? Divertiti.
- Maschilista castato. Mi telefoni?
- Ho l'aereo tra quattro ore e mezzo.
- Sbrigati allora. L'anello lo compro con i brillanti? Ed anche i braccialetti? Ti piacciono?
- Di quelli ritirati a suo tempo all'aeroporto cosa ne hai fatto?
- Quelli? Una promessa!
Con Elish sentivo di poter farci anche dei figli.
- Me le farai conoscere un giorno le tue due madri?
- Se togli le chiappe da quella sedia e le sbatti appena possibile nella tua limousine pacchiana, le potresti conoscere pure domani.
- Non ci credo, non posso crederci.
- E perché?
- Non ti frega un cazzo di me e di loro; sei completamente indifferente. Non pensi a che impatto potrebbe esserci. Ci accetteremo? Ci ameremo? Ci odieremo? Ci saremo indifferenti?
- Io penso che per noi quattro tutto continuerà ad essere come è ora. Se domani ti nascerà un figlio e dovessero conoscerlo, forse per lui potrà cambiare qualcosa.
- Nel senso?
- Ti ho detto che hanno rifiutato l'uomo, no?
- E tu, perché ci vai a letto, allora?
- Credo, perché sono la forma umana a loro più vicina, e non possiamo distaccarci. Ma di certo non è amore.
- Mi faccio una doccia. Chiama l'autista, che sia sia qui sotto , pronto tra dieci minuti.
Riuscimmo a partire con il volo pomeridiano diretto Mumbai- Milano della Oman Airways. A sera dormimmo in un albergo vicinissimo all'aeroporto internazionale di Malpensa, poi, per mancanza di voli nazionali, (Elish non riusciva a crederci) al mattino seguente dovemmo prendere un taxi fino a Crema. Arrivammo al negozio di stoffe di mia madre e Corinne a velocità di crociera, poco prima delle 11,00.
Elish entrò per quella porta in legno e vetro dopo di me ed il suo sorriso, quelle guance paffute, avevano un'espressione così invitante al dialogo e genuina che le due vecchie puttane ne furono istantaneamente conquistate.
“I'm Elish, and.. oh...my daughters!
Al sentirsi chiamare figlie da quella ragazzina cicciottella, di colore, mai prima d'ora vista nemmeno in fotografia, le due donne, che nel frattempo avevano avuto modo di affrancarsi dall'esteriorizzazione da casino che per tanto tempo le aveva protette donando ai loro volti ed occhi un'aria tanto all'occorrenza professionale, quanto, sotto ogni possibile fondo lucidamente simulatrice, trasformandole in vere commercianti, non ressero.
Da statue di marmo nelle quali la casa le aveva trasformate a ninnoli con una determinazione ferrea in cui l'ulteriore mestiere le aveva evolute, la fragilità evidente dei due stati si manifestò crepando loro il trucco proprio dove le loro cure del mattino, davanti allo specchio dell'unico bagno, divenivano di giorno in giorno più preoccupate, cioé alle sommità delle zampe di gallina, nello spazio tra l'estremo dell'occhio e gli zigomi. L'unico segno a denotare questa loro commozione interna, un rivolo di rimmel che iniziò a colare, ad entrambe, sulle borse sotto gli occhi dal centro delle ciglia e che fu prontamente fermato dalla punta di un fazzoletto di mussola apparso come per incanto nella loro mano destra.
Parlarono all'unisono:- Oh mamma...tu sei Elish...Manuel ci ha inviato un sms stamattina!
Elish si mosse tanto velocemente da non poterla evitare. Passò di fianco al banco e una dopo l'altra strinse al seno le due mamme, accomunandole poi nel solo abbraccio possibile: Corinne sul fianco e seno sinistro, Marianne sul seno e fianco destri. Lei in mezzo, come una luna.
Dopo un bagno ed un riposino rifrescanti con la mia promessa sposa, alla chiusura le invitai a cena in un ristorantino sotto il loggiato dell'Orologio di Cremona.
Nonostante il bene e il male di quelle unioni, desideravo che le mie tre donne sinceramente si affezzionassero. Rotte ad ogni esperienza com'erano, in tutta sincerità, speravo di poterne usufruire ed emanciparmi.
Finì che andammo a letto in quattro invece che in tre ed il piacere fisico venne diviso proporzionalmente: esse i tre quarti ed io un quarto.
Nonostante fosse solo l'odio per lei ad attrarmi, ed il suo reciproco, quella notte mi accorsi, però, che sia io che Marianne versavamo in un'attesa spasmodica, in cui sarebbero confluite tutte le nostre energie tenute in serbo.
Nonostante le donne fossero tre, ma anche se fossero state o cento o mille, ed i rapporti sessuali fossero stati multipli come lo erano stati, l'accenno di lei a presentarsi a me con le natiche in luogo che con il ventre o con la bocca, avrebbe costituito per ambedue il clou di quella nottata, e di quelle a venire.
Di tale rappresentazione, di un piacere così lento e violento, senza intermediazione di sorta, senza soluzione di continuità, non potevamo più farne a meno. Erano l'essenza del suo, e del mio godimento primordiali: quelli sorgenti dal fare e subire una violenza pura, semplice. Quelli in cui lei cercava di impadronirsi dopo l'impatto, di mano in mano che procedeva, di un'aggressione subita e immaginata in seguito: la sospensione fuori controllo.
- Mom, ora tocca a te. Rilassati. Non importa più che sia Manuel o un altro. Noi donne siamo questo. Mi hai visto, no? Le diceva Elish dolcemente.:- Ho spinto indietro per agevolarlo.
- Rilassati Marianne. Sei il più bel culo di Crema. Rilassati amore. Le stava sussurrando Corinne, leccandole la punta della lingua.
- Oddio, non che abbia paura. Ormai me l'hanno fatto e rifatto. Il Conte mi piaceva anche, si...lui mi piaceva...ma Manuel. Lui mi parrebbe un tornare indietro. Che cazzo ci avrà trovato quel cretino
di francese?
- Ti ha ben impalata. Rise Corinne. :- Ecco come è nato Manuel, stretta tra due fuochi. Che coglioni!
- Chiamali coglioni. Rise a sua volta Elish. :- Amrit e suo fratello maggiore. Dopo la prima notte in cui siamo rimasti soli io e il mio promesso sposo...Il gruzzolo ce l'aveva lui, ed era celibe. Disse che gli spettava di diritto. Ma il figlio doveva essere di Amrit.
- E tu? Chiese Marianne.
- Io? Io amo Manuel. Per me erano solo lingam in più. Non chiudevo più nemmeno gli occhi...anzi. Però sono una femmina libera. Mica ve lo mollo, sono una femmina cattiva però; posso prestarvelo. Vero, Manuel? Dai, fai 'sto culo a Marianne, che passa a tutt'e due! E 'sto negozio è ora di rinnovarlo. Vi ho ordinato due sari in internet, diversi come siete diverse voi. Dovrebbero essere qui domani pomeriggio e domani sera tu, Manuel amore mio, ci porterai nell'unico rispettabile ristorante di Milano dove fanno cucina autentica di Mumbai. È un mio investimento. Vi piacerà. Corinne, vieni di là che ti devo dire una cosa? Vi lasciamo soli a chiarirvi le idee, piccioncini. Marianne, in tutta sincerità. Hai un gran bel culo! Ma anche tu Corinne hai un gran bel culo...guarda il mio, sembro una botticella...dai vieni in terrazzo, che parliamo un po' d'affari!
Così dicendo, Elish prese sotto braccio la mia vecchia, cara Corinne e, nude come due serpenti in amore, s'avvitarono lungo il corridoio, superando le due porte, quella della camera, quella della veranda, fino a che giunsero a poggiare i gomiti sulla ringhiera.
- È ancora vivo, sai, chi ci tiene crocefisse! Sorrise l'indiana alla francesina. E questa, per tutta risposta, curva e sinuosa quale un cobra proteso all'attacco nel campo di riso, pose lo sguardo fisso su di lei.
- Certo. Tu fumi? Io una sigaretta me la faccio. Dovrei averle qui, sul tavolino. Dicevi d'affari...
 
Citazioni alchemiche:
 
1) La coscienza e lo specchio
Da anni mi guardo allo specchio.
E’ uno specchio fragile, multiforme, intercambiabile,
uno specchio che non vive in nessun luogo e in nessun momento,
che non è sinonimo né di spazio né di tempo:
è lo specchio multiplo della mia coscienza e forse anche della tua.
Alda Merini : da Internet
 
2) Alchimia d'amore
Chi più di me ha scavato la miniera amore
può dire dove si trova il suo centro felice.
Io ho amato, avuto, contato, eppure
se anche fino a tarda età amassi, contassi, avessi,
io mai scoprirei il suo mistero chiuso.
È una menzogna tutto.
Nessun alchimista ha trovato ancora l'elisir,
ma l'atanor fecondo magnifica se per caso
in qualche sostanza odorosa o medicinale
si ìmbatte, durante ìl suo percorso.
Cosi glì amanti sognano una voluttà lunga e lussuosa 
ma trovano una notte d'estate sìmìle all'inverno.
Benessere, profitto, onore, il nostro giorno,
vorremmo dunque cedere per una vana ombra
di bolla di sapone? È tutto quì l'amore,
 che il mìo servìtore sìa felice come me
se gli riesce di portare ìl peso breve
 del ridìcolo dì una farsa di nozze?
 Lo sventurato amante che giura, non è
 matrimonio deì corpi, ma deglì animi,
che nella donna vede un'angelìca natura,
 potrebbe con altrettanta sicurezza giurare
di sentire nell'aspro, roco concerto di quel gìorno
l'armonìa delle sfere.
 Non sì speri dì trovare spirito nelle donne,
 al più è dolcezza e brio, ma non sono che Mummie,
quando le sì possiede.
John Donne : da Internet
 
3) Andai
Non conobbi legami. Allo sbaraglio, andai.
A godimenti ora reali e ora
turbinanti nell’anima,
andai, dentro la notte illuminata.
M’abbeverai dei più gagliardi vini,
quali bevono i prodi del piacere.
K Kavafis : da Internet
 
 
 
 
 
 
 

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